Faenza (Ravenna), 9 novembre 2023 – Occupare abusivamente un immobile non è reato, se in piedi vi è già una controversia civilistica. Lo scrive la Procura di Ravenna, chiedendo l’archiviazione del procedimento penale per invasione di edificio, a carico di ignoti, attivato degli acquirenti di una casa a Faenza, già acquistata con tanto di contratto firmato davanti al notaio.
Gli "ignoti", in realtà, hanno nome e cognome. Si tratta della parente della donna che aveva venduto l’immobile la quale, non solo quella casa non l’ha lasciata, ma aveva denunciato a sua volta per stalking i nuovi acquirenti, padre e figlio di origine straniera, tutelati dall’avvocato Nicola Laghi.
Accusa singolare, unitamente a quella di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto l’insistenza dei legittimi proprietari – tra appostamenti e scampanellate – avrebbe ingenerato in lei "timore fondato per la propria incolumità" tale da "indurla ad alterare le proprie abitudini di vita", eppure a sua volta destinata a cadere, perché anche in questo caso la Procura ne ha chiesto l’archiviazione.
A fare più rumore, tuttavia, è la richiesta del nulla di fatto per l’occupazione abusiva, che il pm Francesca Buganè Pedretti ha firmato nei giorni scorsi. Richiesta alla quale i neo acquirenti, con l’avvocato Laghi, intendono opporsi.
La denuncia dell’acquirente
Il procedimento penale prendeva avvio dalla denuncia presentata proprio dall’acquirente, il quale lamenta la mancata liberazione da parte dei precedenti inquilini, entro i termini stabiliti dal contratto di compravendita, dell’immobile da lui acquistato a Faenza l’11 ottobre 2022. "Rilevato che – scrive il pubblico ministero – si tratta di una controversia meramente civilistica, avente ad oggetto un inadempimento contrattuale, per il quale tra l’altro la parte offesa riceve dal 1° gennaio 2023 un indennizzo mensile pari a 1500 euro, così come stipulato nell’atto di compravendita", l’accusa chiede l’archiviazione perché "il fatto non costituisce reato".
La penale pagata dalla venditrice
In base al contratto, infatti, chi vendeva si impegnava a consegnare libero l’immobile entro il 31 dicembre scorso, clausola comune a tante compravendite. Visto che ciò non è avvenuto, la venditrice si è ritrovata a dovere pagare una penale, appunto di 1.500 euro al mese, per il ritardo della consegna della casa libera da tutto.
Fatto sta che il legittimo proprietario non è ancora in possesso della casa, la quale continuerebbe ad essere occupata dalla precedente famiglia di inquilini, che a sua volta rivendica un credito di 24mila euro da parte della proprietaria.