ANDREA COLOMBARI
Cronaca

“Per ripicca cancellò migliaia di mail sui punti patente da decurtare”

Agente scelto condannato, 2 anni con pena sospesa per 44enne di Faenza in servizio alla polizia locale di Ravenna

Due agenti della polizia locale in una foto di repertorio. In alto a destra un velox

Due agenti della polizia locale in una foto di repertorio. In alto a destra un velox

Ravenna, 21 marzo 2025 – La decisione portava la firma dell’allora sindaco Michele de Pascale: “Il definitivo trattenimento dell’arma da fuoco” per questioni disciplinari. Inevitabile a quel punto il trasferimento in ufficio. Il conseguente slancio ritorsivo - sostiene l’accusa -, lo aveva spinto a cancellare migliaia di mail (cinque gli anni interessati) con i dati utili ai fini della decurtazione dei punti patente in ragione di infrazioni al codice della strada.

Un danneggiamento di dati informatici pubblici (articolo 635ter del codice penale) che nella tarda mattinata di ieri è costato la condanna a due anni di reclusione (con pena sospesa) a un agente scelto di 44 anni, residente a Faenza e in forza alla polizia locale di Ravenna. Il giudice Piervittorio Farinella ha inoltre deciso che il danno al Comune, costituitosi parte civile con l’avvocato Alessandra Ponseggi, dovrà essere valutato in sede civile. La procura (vpo Annalisa Folli) aveva chiesto la condanna a due mesi visto che i dati “erano stati ripristinati a seguito di backup” e che in fondo l’azione dell’imputato “comportò due giornate di sospensione del servizio”. Anche per la difesa (avvocato Marina Prosperi) “non c’era stata alcuna perdita di dati”. Inoltre “non c’era prova che” la cancellazione delle mail fosse nata dal “rancore serbato per il provvedimento disciplinare”. Scontato insomma il ricorso in appello non appena entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni. Nel frattempo però, come di prassi accade in questi casi, dal comando è partita comunicazione alla prefettura circa la condanna per valutare l’avvio dell’iter per la dichiarazione di perdita della qualifica di agente di pubblica sicurezza.

Il caso era venuto a galla quando il 10 marzo 2023 il comando di piazza Mameli aveva inoltrato formale comunicazione alla procura distrettuale di Bologna, competente per il tipo di reato contestato, e alla questura di Ravenna. L’imputato era in servizio all’ufficio ’Verbali e Depositeria’. Le anomalie erano emerse il 7 febbraio di quell’anno: riguardavano la casella postale istituzionale. Da un primo accertamento, era venuto fuori che erano state cancellate le cartelle relative agli anni 2019, 2020, 2021, e 2022; mentre la cartella del 2023, pur ancora esistente, non conteneva più dati. Inoltre le mail in attesa di essere ancora elaborate, erano state tutte indicate come ’lette’ sebbene nessuno tra gli operatori le avesse vagliate. Ecco che allora era stata coinvolta la ditta esterna che per il Comune svolge assistenza informatica: le operazioni di backup erano cominciate la sera del 7 febbraio ed erano terminate il pomeriggio dell’8.

Come a suo tempo chiarito in aula dal comandante del Corpo Andrea Giacomini, con il backup era stato possibile recuperare tutti i dati. Le situazioni più critiche avevano riguardato le mail ancora da trattare, un centinaio in tutto: ma pure qui il problema era stato risolto. Dunque la grana maggiore era arrivata con l’interruzione delle attività di tale ufficio per due giorni: ma non c’erano state ripercussioni sui punti da decurtare: ciò naturalmente non aveva fatto venire meno la contestazione penale.

Da ulteriori approfondimenti era emerso che l’agente si era collegato alla mail il 7 febbraio alle 8.51 e aveva effettuato una cancellazione cospicua di dati fino alle 13.40. Secondo i tecnici, inoltre, l’accesso era stato realizzato da postazione esterna. In particolare dall’abitazione dell’imputato il quale in quel momento era in malattia (era stato trasferito al nuovo incarico da appena sei giorni).

Nessun dubbio secondo la procura sul fatto che quelle mail le avesse cancellate proprio l’accusato: “Lui stesso ha confermato di essere entrato nelle caselle mail”. Il 44enne - ha continuato il vpo - “dice di averlo fatto inconsapevolmente: pensava di cancellare dati personali”. Una “giustificazione smentita dalle circostanze”. Per la difesa invece “pensava che fossero link a cartelle che lui non poteva proteggere a casa propria: ha cancellato con un’azione repentina temendo per sicurezza dei dati”.