REDAZIONE RAVENNA

"Caccia grossa di cartapesta"

"Per noi il vecchio non è semplicemente qualcosa di cui disfarsi: siamo restauratori, andare a caccia di cose vecchie è la nostra passione!". Non poteva usare espressione più appropriata, la ravennate Susanna Marabini, per spiegare ciò che ha ispirato, dieci anni fa, ‘Caccia grossa’, una collezione di trofei animali in cartapesta nata da vecchi quotidiani, fumetti e dizionari. Nel loro laboratorio di Marina di Ravenna, Susanna e il marito Ugo Capriani - anch’egli restauratore e artista – si sbizzarriscono tra teste di cervo a pois, giraffe a quadri e poltrone recuperate da vecchie sale cinematografiche.

Marabini, dietro ‘Caccia grossa’ c’è anche un invito al rispetto dell’ambiente e degli animali.

"I nostri trofei nascono per deridere ironicamente i cimeli derivanti da animali abbattuti: una pratica che consideriamo orrenda. Ognuna delle nostre teste è un pezzo unico, datato e firmato: un accessorio d’arredamento curioso ed eclettico, ma anche un simbolo di attenzione alla natura e alla sostenibilità".

Un’attenzione che traspare anche dall’uso di carta destinata al macero.

"Modelliamo le teste interamente a mano, con la tecnica della cartapesta giapponese. Utilizziamo carta proveniente da testi scolastici in disuso, vecchi quotidiani, riviste o volantini, non di rado donati dai nostri stessi clienti. Spesso, l’uso di determinate pagine nasconde un messaggio".

Entrambi siete specializzati in restauro: come avete deciso di scommettere su Caccia grossa?

"Eravamo a Londra e abbiamo visto una testa d’animale in cartapesta. Una volta rientrati, abbiamo provato a riprodurla e l’abbiamo fatta vedere ai nostri amici: impazziti. Il passaparola ha funzionato, le richieste piovevano: complice la crisi del settore archeologico, ci siamo buttati a capofitto nella nuova avventura".

Un’avventura cui è seguita quella del ‘riciclo creativo’ di vecchie poltrone da cinema.

"Tutto è iniziato quando, a Ravenna, lo storico cinema ‘Roma’ è stato dismesso. Un amico ci chiamò per sapere se potevano interessarci le poltrone: è stata un’illuminazione. Le abbiamo smontate, restaurate. Da allora abbiamo recuperato e venduto l’equivalente di 4 o 5 sale cinematografiche che hanno via via chiuso i battenti. A guardarle viene un po’ di nostalgia: grazie al restauro, però, possono ‘rinascere’ a nuova vita in qualsiasi tipo di ambiente".