Un Byron straordinariamente attuale, con le sue intuizioni sul cambiamento climatico e l’importanza dell’immagine, ma anche nella musica, nel teatro e nella società. E’ questo il ritratto del poeta romantico emerso dalla due giorni di convegno su ‘Byron 1824-2024: parole, immagini, suoni’ che ha visto alcuni dei maggiori esperti sul poeta convergere a Ravenna, ai Chiostri Danteschi della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, per il convegno dell’Italian Byron Society a due sole settimane dall’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento. "L’obiettivo era sviluppare il tema di un Byron transdisciplinare tra immagini, suoni e testi – spiega Diego Saglia, vicepresidente dell’Italian Byron Society e docente all’Università di Parma–. Tenendo la parola come nucleo, il convegno ha sviluppato i temi della musica e degli adattamenti musicali, delle arti visive, con due interventi sulla ritrattistica, ma anche degli influssi di Byron sugli schermi contemporanei con l’intervento di Valentina Varinelli su “Bridgerton". Byron è stato indagato come grande interprete delle istanze del suo periodo, come ben rappresenterà il Museo Byron e del Risorgimento, ma anche nella sua sorprendente e straordinaria rilevanza attuale. Esempio forte è stato l’intervento di Gioia Angeletti sui temi ambientali, sulla sua sensibilità apocalittica in termini di cambiamenti climatici, con una lettura approfonditadella poesia “Darkness”’. L’arrivo a Ravenna dei maggiori esperti ha acceso un riflettore importante sul ruolo e la sfida del Museo Byron e del Risorgimento, fortemente voluto dalla Cassa di Risparmio di Ravenna, che ha acquistato, ristrutturato e allestito Palazzo Guiccioli, la cui inaugurazione è in programma per venerdì 29 novembre. "E’ stato importante – prosegue il Professor Saglia – il confronto con altri archivi e musei, si è parlato, con Anne Toner, dei documenti conservati al Trinity College di Cambridge e nella sua Wren Library, dove troneggia tra l’altro la statua di Byron; e con Simon Brown, direttore di Newstead Abbey, si è discusso delle sfide poste da un museo che è stato anche una residenza del poeta, delle lezioni che si possono apprendere dal museo da lui diretto sia in termini di sostenibilità economica sia sui modi per rinnovare l’interesse con allestimenti nuovi, prestiti, reinvenzioni del percorso, su come coinvolgere i pubblici più diversi. Brown ha fatto riflessioni importanti su come coinvolgere, ad esempio, le famiglie, le scuole, persone con disabilità, su come raccontare gli oggetti, aspetto questo che ci interessa molto perché, come sostengono sempre con forza Donatino Domini e Claudia Giuliani, questo è un Museo in cui la parola è al centro. E la nostra prima sfida è quella di non appiattire Byron solo sul suo mito, la sua leggenda, ma tenere sempre le opere – le sue poesie, le sue lettere – al centro".
CronacaByron moderno, tra clima e culto dell’immagine