"Buone performance grazie alla fusione con Forlì"

La collaborazione dell’ospedale faentino "sta dando risultati positivi". Ad esempio Ostetricia ha registrato 353 parti .

"Buone performance grazie alla fusione con Forlì"

"Buone performance grazie alla fusione con Forlì"

Faenza "la forlivese". C’è la collaborazione o talvolta la fusione con le unità operative dell’ospedale di Forlì dietro le recenti performance positive di vari reparti del nosocomio manfredo. Un’unione nata lontano dai riflettori, diventata col tempo sempre più solida. La collaborazione tra Faenza e Forlì è piuttosto recente: cominciò nel 2015 con l’otorinolaringoiatria, nel 2022 abbracciò l’oculistica, e nel ‘23 la ginecologia. Il senso della nuova rotta intrapresa dall’ospedale faentino è quello di mettere in campo, come avvenuto per l’oculistica, un’unica agenda di lista d’attesa chirurgica, in modo da velocizzare i tempi di risposta della sanità pubblica. I numeri dicono che quello con Forlì è un matrimonio che funziona: nel 2023 ad esempio il reparto di Ostetricia ha registrato 353 parti, in sensibile aumento rispetto agli appena 273 del 2022. Numeri in linea con le previsioni fatte dal direttore Luca Savelli al momento della nascita dell’Unità operativa unica, che allora parsero a tutti decisamente roboanti, ma che sono invece state confermate. Una tendenza che il reparto punta a consolidare: "Faenza deve poter accogliere tutte le gravidanze non a rischio sul fronte del benessere materno-fetale", evidenzia la responsabile Chiara Belosi.

L’altro dato interessante è quello del numero di nascite nel distretto: nella Romagna faentina, a Modigliana, Tredozio e nella Romagna toscana sono nati nel 2023 circa 520 bambini, in linea con i numeri del 2022. Il trend, se confermato nelle prossime annate, significherebbe che si è stabilizzata la natalità e che, almeno in questa parte d’Italia, sulla spinta anche dell’immigrazione, si è raggiunto un punto d’equilibrio. Sono clinicamente ancora più corposi i numeri dell’Unità operativa complessa di otorinolaringoiatria – "a Faenza contiamo seimila prestazioni ambulatoriali all’anno, 355 interventi di degenza ordinaria e 187 in day hospital", fanno notare il responsabile del reparto faentino Pier Carlo Frassoni e il direttore dell’unità Andrea De Vito – e di oculistica. Quest’ultima Unità operativa ha registrato nel 2023 quasi centocinquanta interventi chirurgici su pazienti affetti da glaucoma, posizionandosi fra i centri di riferimento a livello nazionale. L’attività di chirurgia in day hospital a Faenza è quella che più ha beneficiato nel nuovo corso, "facendo registrare un +325% nell’ultimo biennio rispetto a quello 2020-2021", evidenzia il direttore delle due unità operative oculistiche Giacomo Costa: le prestazioni sono insomma quadruplicate. Dopo anni di disorientamento, in cui per l’ospedale faentino venivano immaginate sinergie con quelli di Ravenna e Lugo, ora il nosocomio sembra aver trovato una sua bussola: dal dicembre 2022 l’ospedale di Forlì è il punto di riferimento anche per le emergenze-urgenze cardiologiche, mentre stanno prendendo corpo pure l’integrazione fra le due unità operative di Chirurgia (che consentirà ai professionisti faentini l’accesso alle sedute di chirurgia robotica dell’ospedale di Forlì), un progetto di condivisione di spazi operatori sul fronte dell’Urologia, e l’implementazione a Faenza di due sedute chirurgiche senologiche settimanali svolte dall’Unità operativa complessa di Forlì e Cesena, in grado di consentire a Faenza 180 interventi all’anno.

Filippo Donati