SARA SERVADEI
Cronaca

Bullismo a Ravenna. "A 11 anni minacciato col coltello a scuola"

Il racconto choc di una mamma: "Mio figlio è stato anche minacciato di morte"

VIOLENZA L’11enne ha riferito di essere stato vittima di episodi molto gravi di bullismo (repertorio)

Ravenna, 6 novembre 2018 – È una mattina di scuola come tante altre, la campanella sta per suonare. L’aria è quella frizzantina ma ancora calda di metà ottobre, e la nuova vita di Marco (nome di fantasia) è appena cominciata: da un mese è alle medie, in un istituto della città. «E le cose gli andavano piuttosto bene – dice la mamma ora –, i primi voti erano buoni». Ma quella mattina qualcosa cambia, e Marco, 11 anni, da parecchi giorni a scuola non ci va più. Perché fuori da scuola quella mattina sente qualcuno urlare, si gira d’istinto e vede quattro ragazzini di terza media che si litigano un coltellino. A quel punto, sempre secondo il racconto fatto dal ragazzino prima ai genitori e poi agli psicologi, i quattro lo afferrano, lo trascinano in un vicolo buio e lo minacciano: mentre uno fa il ‘palo’, altri due lo tengono fermo e il quarto gli appoggia la lama contro la gola e lo molesta sessualmente mentre intimandogli di non dire niente di ciò che ha appena visto, ovvero il coltellino.

«Era il 15 ottobre, è tornato a casa e ci siamo accorti che qualcosa non andava – racconta la mamma –. Era pallido, taciturno. Lui continuava a dirci che non era successo niente, ma ha passato la giornata in bagno, aveva gli spasmi di terrore e la notte non ha dormito. La mattina dopo lo abbiamo tenuto a casa da scuola, ma quando è tornato in classe lo hanno nuovamente minacciato allo stesso modo nei bagni, dicendogli addirittura che lo avrebbero ucciso se avesse parlato». Di nuovo scosso, Marco resta ancora a casa da scuola, «e alla fine mio marito è riuscito a farlo confessare, omettendo però la parte delle molestie. Noi avevamo notato che aveva un segno sul collo».

Da lì Marco non è più voluto tornare a scuola: «Un giorno mio marito mi ha chiamato dicendo che lo portava in ospedale. Ha passato alcuni giorni ricoverato in pediatria, e qui è stata la psicologa a farlo parlare. E solo allora ha riferito delle molestie – prosegue la mamma –. Piangeva a dirotto, per noi genitori è una situazione disarmante. Mio figlio è stato coraggioso, e ha detto i nomi di due di quei quattro ragazzi. Eppure niente è successo». Dopo la visita in ospedale, il padre ha denunciato l’accaduto in questura, e ora gli agenti stanno vagliando la situazione.

Nel frattempo i genitori sono andati a parlare con la scuola, «ma ci è sembrato che imperasse il garantismo nei confronti dei ragazzi – continua la mamma –. Mio figlio è terrorizzato all’idea di tornare a scuola, ma a loro non è successo nulla. Noi ci aspettavamo che venissero espulsi, così Marco sarebbe potuto tornare a scuola, ma ci è stato risposto che sono ragazzi problematici. Ma non può rimetterci nostro figlio, sarebbe come premiare Caino e mettere alla gogna Abele. Un’insegnante ci ha proposto un incontro con i genitori dei quattro ragazzi, ma è impensabile. Qui non c’è niente da chiarire, non è una baruffa per futili motivi. Pensavamo che passato il ponte dei Santi questi ragazzi sarebbero stati puniti, invece niente. Sono stati chiamati dal preside e hanno negato tutto, come logico, e fine della storia. Intanto mio figlio è spaventato e ci chiede di cambiare scuola. Ma non è giusto che debba farlo lui, che non ha fatto niente. Dov’è la scuola quando serve?».