
Boom di furti nei negozi: "Piccoli oggetti, l’aumento è iniziato dopo la pandemia"
Aumentano i furti nei negozi, le segnalazioni si moltiplicano, a dimostrare, dicono gli stessi negozianti "una difficoltà sempre maggiore delle persone". Profumerie, erboristerie, negozi di dolciumi, ma anche di abbigliamento e di scarpe sono nel mirino di chi cerca di rubare quello che, fino a qualche tempo fa, riusciva ad acquistare.
"Fino a circa un mese e mezzo fa – racconta Elisa Leonardi, titolare del negozio di dolciumi che porta il nome della sua famiglia in via Pellegrino Matteucci – avevo due ingressi. Uno per l’entrata, l’altro per l’uscita. Li utilizzavo durante la pandemia, perché mi consentivano di garantire il distanziamento tra i clienti, ma ho dovuto chiuderne uno per arginare i furti. È stata la polizia a consigliarmelo". Leonardi assicura che il fenomeno è aumentato negli ultimi due, tre anni. "Sicuramente dopo il Covid – spiega – perché le persone sono in difficoltà e non riescono ad acquistare come prima. Io ho la mia clientela di cui mi fido ciecamente, ma ci sono anche tante persone di passaggio, turisti dall’aria insospettabile. A volte me ne accorgo, ma è difficile intervenire nel modo giusto. Poi ci sono quelli seriali, o i tossicodipendenti. Quelli che cercano di rivendere la merce".
Qualche settimana fa, racconta, la polizia ha arrestato due persone per furto e tra la refurtiva c’erano anche alcune bottiglie di champagne con ancora il cartellino del prezzo e l’adesivo del negozio. "L’articolo più costoso che mi è stato rubato – ricorda – è una bottiglia di Dom Pérignon da 280 euro, mai recuperata. Di solito i furti riguardano oggetti piccoli, che si nascondono in borsa. A volte capita che qualcuno compri una colomba e contemporaneamente rubi un barattolo di marmellata, allora alla cassa chiedo se posso battere entrambi nello scontrino". Spesso la sera trova le confezioni di caffè vuote, stesso copione per certe confezioni rigide di bottiglie, dolci. "Qualche furto – osserva Leonardi – c’è sempre stato, ma mai così. La mia impressione è che, al di là dei tossicodipendenti che rubano per poi rivendere, ci siano persone che vivono un momento di difficoltà forte, una situazione forse nuova per loro". All’interno del negozio ci sono le telecamere, ma non possono registrare, solo riprendere perché si tratta di un esercizio di vicinato. "Una volta siamo riusciti a individuare gli autori di un furto grazie alle telecamere del ristorante di fronte che invece può registrare".
Un racconto simile arriva da Andrea Piretti, titolare della profumeria La Parisienne in via Ponte Marino. "Riusciamo a tenere ancora sotto controllo la situazione – assicura – ma l’aumento dei furti c’è stato. Da poco ci hanno rubato un profumo costoso, veniva attorno ai 100 euro. Sono entrati in due, uno mi teneva occupato e l’altro lo ha nascosto, poi sono andati via". Anche Piretti registra l’incremento a partire dagli ultimi due, tre anni. "Il numero delle persone con poca disponibilità economica – dice – è aumentato. C’è chi non riesce a rinunciare a un prodotto che prima acquistava più frequentemente, magari vuole un profumo costoso, ma non può più permetterselo e sceglie quella che, crede, sia la strada più facile e veloce". Gianna Ghirardini, titolare dell’erboristeria I Segreti di Teodora di via Salara, racconta che, grazie alle telecamere, si è resa conto che alcune persone mentre acquistavano degli articoli, ne rubavano altri: "Spesso sono persone distinte, insospettabili, e quando me ne accorgo glielo dico".
a.cor.