Ravenna, 22 aprile 2020 - Diciannove ordigni bellici, diversi dei quali ‘integri’, quindi in grado di esplodere. Sono stati ritrovati in appena due giornate di lavoro dai tecnici della SOS Diving Team di Padova, incaricati di bonificare un tratto di duna eretta a protezione degli stabilimenti balneari di Lido Adriano (non specifichiamo dove per motivi di sicurezza).
Gli esperti di esplosivi sono intervenuti dopo che un uomo con metaldetector, invece di ritrovare monete o altri oggetti metallici, ha rinvenuto alcune spolette, congegni destinati ad attivare l’accensione della carica interna di proiettili o bombe. E’ così scattata la richiesta di bonifica bellica, autorizzata dal ministero della Difesa e affidata ai tecnici dell’azienda di Padova, attiva in questo settore da 30 anni.
Lunedì mattina sono iniziate le ricerche di eventuali ordigni bellici nella duna e nei tratti di arenile circostanti. Ieri, verso le 12, SOS Diving, ha sospeso i lavori e ha presentato denuncia ai Carabinieri di Lido Adriano per il ritrovamento di 19 ordigni, tra colpi da cannone e mortaio e spolette. I proiettili, alcuni dei quali di 70 centimetri, sono tuttora funzionanti e in grado di esplodere. La prima ipotesi che è stata fatta sull’origine dei pezzi rinvenuti, è che l’escavatore che ha prelevato la sabbia dal mare per erigere la duna, abbia ‘raccolto’ anche gli ordigni e li abbia depositati sulla spiaggia, coprendoli man mano che la costruzione avanzava. Nel caso fosse la versione corretta, è stato quasi un miracolo se nessun ordigno è esploso, vista anche la quantità.
Ciò che non convince gli esperti, è che questi proiettili sono di diversa nazionalità e in notevole quantità. Sono ordigni di fabbricazione italiana, tedesca e americana. Chi li ha messi assieme? E’ possibile che provengano dal mare o qualcuno li ha collocati all’interno della duna per disfarsene? Ce ne sono altri? Spetterà ai Carabinieri fare luce sull’episodio, anche in considerazione che la bonifica potrebbe portare alla luce nuovi proiettili. Quello che è certo è che già oggi la SOS Diving riprenderà la ricerca, partendo da un punto distante alcune centinaia di metri dal luogo di ritrovamento, avvicinandosi poi progressivamente. Sarà il Nucleo artificieri a valutare come rimuovere gli ordigni, presumibilmente asportandoli per poi farli esplodere in un luogo sicuro.
lo. tazz.