Ravenna, 22 aprile 2023 – Ci siamo dimenticati troppo in fretta dell’impatto che gli aumenti delle bollette hanno ancora oggi sulle imprese e sulle famiglie della provincia di Ravenna. Rispetto ai costi pre-crisi per l’elettricità spendiamo il 36% in più e per il gas il 116% in più. Il caro energia è stato il tema dominante per le imprese dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il 2023 è iniziato con segnali confortanti per via della parziale diminuzione del prezzo del petrolio e una più significativa diminuzione del prezzo del gas e dell’energia elettrica. Peccato però che questi segnali sono ben lontani da poter essere considerati superati, o in via di superamento, con tanti rischi conseguenti per la nostra economia ravennate che sta cercando di riagguantare le posizioni pre pandemia. Nel mese di marzo 2023, per le utenze del terziario di mercato, si registra, in generale, rispetto al mese di febbraio 2023, una “timida” riduzione del prezzo dell’energia elettrica e del gas. Tuttavia, gli importi in bolletta continuano ad essere elevati rispetto ai valori rilevati prima della recente crisi energetica.
Qualcuno potrà obiettare che rispetto ai picchi di agosto 2022, il trend al rialzo dei prezzi di energia elettrica e gas si è invertito. Si è vero, ma è pure vero che confrontando la spesa annuale delle bollette elettriche del mercato libero delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi con quelle pagate dalle medesime tipologie di imprese in Francia e Spagna, emerge che qui da noi (che aveva già il triste primato di avere i prezzi di elettricità e gas più alti d’Europa) con l’ultima crisi vede non solo ribadita questa debolezza, ma addirittura peggiorata. Tutte le categorie economiche pagano, a parità di consumi e di potenza impegnata, una bolletta elettrica notevolmente più elevata: secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia alberghi, bar, ristoranti e negozi alimentari hanno una spesa elettrica mediamente superiore del 27% rispetto alle imprese spagnole e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi. Meno severo il divario relativo ai negozi non alimentari che pagano, rispettivamente, l’11% e il 16% in più. Ecco allora che servono più sostegni per aiutare le imprese a fronteggiare i rincari. Come servono più crediti d’imposta per temperare gli impatti del caro-elettricità e del caro-gas a carico delle imprese, che vanno potenziati ed estesi temporalmente. Per le piccole imprese, vanno prorogati ulteriormente, almeno fino a tutto il 2023, i termini per la fine della tutela di prezzo nel mercato al dettaglio dell’energia elettrica. L’allarme non è finito.