FILIPPO DONATI
Cronaca

Biodigestore di Granarolo. Bocciato l’ampliamento

Il Comune di Faenza, sentita la Conferenza dei Servizi ha dato parere negativo. No al progetto della Bys di conversione con potenziamento dell’impianto .

Il Comune di Faenza, sentita la Conferenza dei Servizi ha dato parere negativo. No al progetto della Bys di conversione con potenziamento dell’impianto .

Il Comune di Faenza, sentita la Conferenza dei Servizi ha dato parere negativo. No al progetto della Bys di conversione con potenziamento dell’impianto .

È nero su bianco il preannunciato no dell’amministrazione comunale al progetto per l’ampliamento e la trasformazione del biodigestore di Granarolo, proposto da Bys Società agricola impianti, azienda controllata al 100% da Snam. Le vaste perplessità della giunta facevano seguito alla forte mobilitazione registratasi a Granarolo fra la cittadinanza, mostratasi contraria al progetto, in particolare per la quantità di traffico che avrebbe potuto portare nella frazione a nord di Faenza.

Il Comune, contrariamente a quanto avvenuto in passato, ha deciso di bloccare il progetto: non sarebbe però stato solo il no del Movimento 5 Stelle e degli ambientalisti a far pendere il giudizio della coalizione di centrosinistra in direzione di una bocciatura. La mobilitazione dal basso ha messo in allarme lo stesso Pd, che annovera Granarolo fra le roccaforti rosse del territorio comunale – sono originari di quelle parti sia il segretario dem Emanuele Tanesini che l’assessora all’Istruzione Simona Sangiorgi – e che dunque ha preferito evitare motivi di scontro quando le amministrative 2026 ormai cominciano a profilarsi all’orizzonte. Soddisazione di Faenza Eco-Logica che scrive: "Siamo ovviamente molto soddisfatti, ma nulla ci toglie dalla testa che se non ci fosse stata una grande mobilitazione dal basso il progetto sarebbe forse stato approvato".

Nel no formalizzato ieri si legge come, di fronte alle proposte avanzate da Bys, "i terreni attraversati dall’ipotetica nuova viabilità non risultano nella disponibilità del proponente, né sono state effettuate valutazioni dell’impatto del traffico in ingresso ed in uscita all’impianto, specie con riferimento al centro abitato della frazione di Granarolo, che si vedrebbe interessata dal considerevole incremento del passaggio dei mezzi di approvvigionamento delle biomasse in ingresso all’impianto, e dei carri bombolai in uscita dallo stesso trasportanti il biometano prodotto".

Ma non è tutto: "Si precisa che via Fabbra ricade in zona di ‘Tutela dell’impianto storico della centuriazione’ e risulta caratterizzata da una carreggiata di larghezza limitata pari a circa tre metri, tipica delle strette strade di campagna, soggetta frequentemente a fenomeni di dissesto che hanno determinato nel tempo l’applicazione di misure di limitazione del traffico. È evidente come il nuovo impattante assetto dell’ampliamento debba comportare la rivalutazione del sistema viario, in funzione sia della sicurezza della circolazione su via Fabbra sia in relazione all’impatto dell’incremento del passaggio di mezzi pesanti all’interno del centro abitato di Granarolo Faentino: rivalutazione che, per quanto già descritto, non ha trovato sufficiente riscontro nella documentazione integrativa della ditta proponente". Ecco la genesi della bocciatura al progetto arrivata da Palazzo Manfredi.