Ravenna, 2 febbraio 2022 - Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice. Ma ha anche reso dichiarazioni spontanee, ammettendo alcuni fatti ma negandone altri, o comunque cercando di ridimensionarli e ritenendoli frutto di fraintendimento. È stato comunque breve l’interrogatorio di garanzia del 35enne bidello dell’alberghiero Tonino Guerra di Cervia, accusato di violenza sessuale pluriaggravata per molestie su due studentesse minorenni dell’istituto.
L’uomo, difeso dagli avvocati Ermanno Cicognani e Giorgia Toschi, non ha negato di avere mostrato a una ragazza le foto dei propri genitali, mentre altri fatti – palpeggiamenti e proposte più o meno volgari –, sono stati "oggetto di interpretazione equivoca" e comunque da parte sua vi sarebbe stata "buona fede". L’uomo si trova ancora agli arresti domiciliari, misura disposta giovedì scorso dal Gip Andrea Galanti, e chiesta dal Pm Angela Scorza, per il rischio di reiterazione del reato.
A fare scattare le indagini della polizia era stata la segnalazione in procura, il 10 dicembre scorso, del dirigente scolastico, a sua volta informato da quattro docenti. Ma in questa vicenda anche i compagni di scuola delle due vittime – ma altre potrebbero essere le ragazzine molestate – hanno svolto un ruolo importante, raccogliendo i racconti delle giovani e riferendoli subito alle insegnanti, che prontamente hanno voluto vederci chiaro. Così quel bidello, per alcuni simpatico e per altri un po’ spaccone, popolare tra le alunne ma non amatissimo tra i colleghi per via delle reiterate insubordinazioni, ben presto è finito spalle al muro.
Il 7 dicembre scorso due alunni dell’alberghiero avevano avvicinato una prof, confidandole che una compagna da tempo era oggetto di insistenti inviti di natura sessuale da parte di un bidello del piano. La ragazza, avvicinata dalla docente, le aveva confermato che quel bidello si era rivolta a lei con gesti e frasi volgari. Una volta, addirittura, mostrandole dal cellulare una foto dei propri genitali – cosa che ieri il bidello ha ammesso –, mentre in un’altra occasione l’avrebbe afferrata tentando di portarla con sé in un’aula, non riuscendo nell’intento per la reazione risoluta della giovane.
Un’altra docente aveva raccolto la lamentela di una seconda studentessa, a sua volta molestata dallo stesso bidello: prima squadrata con insistenza; poi, nonostante gli avesse detto di smetterla, in un’occasione l’uomo si sarebbe spinto a palpeggiarla nelle parti intime. Una situazione da codice rosso che ha spinto i vertici della scuola a intervenire prontamente e a informare subito dell’accaduto l’autorità giudiziaria. Il 35enne, con contratto a tempo determinato, aveva già subìto diversi richiami in ragione della sua insubordinazione e negligenza mostrata nelle mansioni affidategli.