DAMIANO LINO VENTURA
Cronaca

Beatificazione di Padre Galluzzi, chiusa la fase diocesana

Una cerimonia commossa e partecipata, quella che domenica ha segnato nella chiesa del seminario di Faenza, la chiusura ufficiale della...

Una cerimonia commossa e partecipata, quella che domenica ha segnato nella chiesa del seminario di Faenza, la chiusura ufficiale della fase diocesana della causa di beatificazione di padre Domenico Galluzzi, proposta, in qualità di Attore, dal Monastero Ara Crucis e avviata formalmente con la seduta di apertura il 30 ottobre 2010. Padre Galluzzi, domenicano, fondatore negli anni ‘50 del monastero Ara Crucis di via degli Insorti a Faenza e morto nel 1992, all’età di 86 anni. È stato formatore di novizi e di giovani frati, accompagnatore spirituale di vescovi, presbiteri, religiosi, consacrate, giovani, ragazze, laici, famiglie.

Domenica, dopo i giuramenti solenni e seguendo il protocollo del Dicastero delle Cause dei Santi, sono state chiuse e sigillate con nastro rosso e ceralacca le scatole contenenti i documenti raccolti in circa 14 anni, garantendo l’integrità e la salvaguardia di quanto consegnato. Sono 4.700 pagine di testimonianze e scritti di Padre Domenico distribuite in sei scatole, di cui quattro verranno portate a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi dal Portitore, così si chiama in gergo tecnico, che è suor Donatella Tonielli, delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, vice postulatrice della causa.

"Si tratta anche di un evento giuridico – ha spiegato fra Massimo Manicini Op, postulatore generale dell’ordine dei predicatori – ma è solo un punto di partenza. Da ora comincia infatti la fase ‘Romana’ che sarà molto lunga e non possiamo sapere in anticipo cosa comporterà". Spetterà alle commissioni del Dicastero delle cause dei Santi stabilire se Padre Domenico potrà giungere alla beatificazione e alla canonizzazione, previa verifica dell’esistenza di due miracoli. Domenica nella sua omelia il vescovo Mario Toso, ha ricordato l’infanzia difficile di padre Domenico "la povertà, il padre che abbandona la famiglia, il lavoro a bottega iniziato così presto. Un contesto non sempre favorevole, ma in cui s’innesta la scoperta della preghiera, come possibilità di guardare la storia dalla parte di Dio per orientarla e concorrere a un bene più grande. La guerra, le malattie, le difficoltà non sono mai mancate. Durante le lunghe ore trascorse nel confessionale, si scontra con la realtà del peccato, in particolare con quella dei sacerdoti". Nasce così l’intuizione di fondare negli anni ’50 il monastero dell’Ara Crucis, la cui vocazione è quella di pregare per la santità dei sacerdoti e che ancora prosegue la sua missione.