LUIGI SCARDOVI
Cronaca

Bar chiuso per ’motivi di ordine pubblico’. La titolare: "Avviamo un percorso collettivo"

Mara Dal Pozzo, del Tiffany di Massa Lombarda: "Sediamoci attorno ad un tavolo al fine di individuare un protocollo condiviso per supportare chi, con le proprie attività, contribuisce ogni giorno a rendere viva e sicura la nostra comunità" .

Scrive la titolare: «. A fronte di questo evento, di cui non posso nascondere la portata di sofferenza personale e professionale, ho ricevuto numerosi gesti di solidarietà»

Scrive la titolare: «. A fronte di questo evento, di cui non posso nascondere la portata di sofferenza personale e professionale, ho ricevuto numerosi gesti di solidarietà»

"Venerdì 18 aprile, alla vigilia delle festività di Pasqua, del 25 Aprile e del primo maggio, il Bar Tiffany, la mia attività, è stato sottoposto a provvedimento di chiusura per quindici giorni consecutivi". Si apre così una lettera aperta a firma di Mara Dal Pozzo, titolare del locale situato a Massa Lombarda. "I sigilli – prosegue la missiva – sono stati apposti a seguito di misura cautelare (sospensione della licenza) disposta dalla Questura motivata dalla presenza, nell’area adiacente al locale, di persone considerate di dubbia moralità, spesso extracomunitari e talvolta gravati da precedenti penali e di polizia. L’obiettivo dichiarato è quello di sottrarre ai soggetti pregiudicati un punto di aggregazione. Una misura dolorosa disposta dunque nell’interesse della collettività, di cui io faccio parte, quindi anche nel mio interesse. Temo però che questo provvedimento se non accompagnato da una azione più ampia e condivisa, possa produrre effetti limitati in termini di prevenzione e sicurezza".

A fronte di questo evento, "di cui non posso nascondere la portata di sofferenza personale e professionale, ho ricevuto numerosi gesti di solidarietà da parte degli esercenti di Massa Lombarda, che condividono la mia stessa quotidianità e gli identici timori e preoccupazioni per il futuro. Proprio per questo sento il bisogno di trasformare questo momento difficile in una occasione di confronto e costruzione collettiva. Rivolgo quindi un appello agli esercenti, alle istituzioni, alle associazioni del territorio ma soprattutto alle forze dell’Ordine con le quali ho sempre collaborato attivamente, affinché si possa avviare insieme un percorso: sedersi attorno ad un tavolo al fine di individuare un protocollo condiviso per supportare chi, con le proprie attività, contribuisce ogni giorno a rendere viva e sicura la nostra comunità. Un protocollo che aiuti ciascuno di noi a riconoscere i comportamenti da adottare e le azioni più utili a sfavorire l’illegalità e ad aumentare la sicurezza".

Così si conclude la lettera: "Ringrazio quanti parteciperanno a questo confronto, necessariamente pubblico, adeguando i loro comportamenti alle indicazioni che riceveranno. Ringrazio coloro che alla riapertura rivedrò nel mio locale, ma soprattutto chi, pur avendone perso l’abitudine, rivedrò passeggiare in piazza, leggere un giornale e fermarsi a fare semplicemente due chiacchiere".

lu.sca.

Visti i debiti lasciati dalla passata amministrazione ( vi invito a controllare chi era responsabile, non voglio alimentare polemiche), che ha preferito non gestire il problema e lasciarlo a chi sareb