Ravenna, 22 agosto 2023 – “Non ho ereditato il bagno dai genitori, l’ho comprato: io facevo il tornitore. In teoria ora c’è l’ordinanza di chiusura per 29, 30 e 31 agosto. Ma ho diversi contratti in corso, 25 dipendenti e i frigoriferi pieni: farò di tutto per rimanere aperto. Certo: smetterò di fare pubblico spettacolo, farò aperitivo con musica di sottofondo per terminare la stagione; ma non chiuderò".
Alberto Belloni , 48 anni, è titolare, "da 21 anni", dell’Aloha Beach, lo stabilimento balneare di Marina Romea che nel week-end si è trovato a dovere fare i conti con un sopralluogo della polizia locale. E non è andata bene: perché solo poche ore prima al titolare era stato notificato un provvedimento di chiusura per tre giorni a seguito di una festa in spiaggia di fine giugno. E sabato sera quando gli agenti sono arrivati, hanno trovato la terza serata di Rockanastro, rinomata kermesse musicale. Uguale a denuncia per quel pubblico spettacolo non autorizzato.
"Ce lo aspettavano , ovvio - ha ammesso Belloni - però dobbiamo anche lavorare: a fine mese le bollette arrivano, abbiamo diversi dipendenti e quest’anno si parla di un meno 20-30% su tutta la costa romagnola. E così ho pensato: speriamo che ci lascino lavorare un pochino...".
Il 48enne, che ha puntualizzato di non essere in polemica con il Comune, ha voluto ricordare quella che è la storia dello stabilimento sotto alla sua gestione: "Siamo stati pionieri per quanto riguarda il mare d’inverno tramite l’allora assessore comunale Andrea Corsini. E siamo una delle poche attività che aprono il primo marzo e chiudono il 5 novembre".
Nel 2012 la decisione di fare serate: "Il lunedì facciamo musica afro per i giovani, il ristorante è chiuso. Siamo partiti con una linea rigorosa: no bibite in bottiglia e luci sempre accese: e la cosa ha funzionato tanto che i carabinieri di Marina Romea ci fanno i complimenti perché in quasi 12 anni mai una chiamata. E cioè niente accoltellamenti o furti: i buttafuori non devono intervenire mai". A questo punto Belloni ha introdotto quella che a suo avviso è la ragione che ha alimentato la situazione: la burocrazia, lasciando intendere che la sua attività ne è vittima. Quando lui prese lo stabilimento, "era quasi assente: ma in 20 anni le cose si sono trasformate. Nel tempo abbiamo costruito e fatto diversi lavori". E si arriva al punto: "Sei anni fa c’era da fare una sanatoria in accordo con il Comune: del resto ogni struttura balneare che vuole rinnovarsi, deve scontrarsi con norme e attese". La chiave di tutta la questione, secondo il 48enne sta sulla linea di confine errata fra forestale e demanio marittimo: "E’ in mezzo alla cabine: quindi la attuale concessione è suddivisa in due concessioni: forestale e demaniale marittima". In tutto ciò "4 o 5 anni fa chiesi al Comune la possibilità di fare pubblico spettacolo per metterci a norma in relazione a Rockanastro: ci dissero che non potevano fare nulla fino a quando c’erano problemi con la sanatoria. Ma sono imprenditore e so che dobbiamo lavorare perché le crisi: abbiamo fatto partire lo stesso gli eventi musicali e abbiamo tutto a norma con l’impatto acustico fatto a regola d’arte. Durante il covid c’è venuta una idea: niente pista da ballo ma, in spirito hawaiano, tutto libero. Al centro della concessione ho messo un chiringuito con permessi temporanei".
L’epilogo è questo: "L’accatastamento è arrivato a ferragosto, la capitaneria sbloccherà la sanatoria. E spero che il Comune a settembre rilasci i permessi, e lì farò partire i lavori per pubblico spettacolo. Li farò partire anche se a dicembre 2024 decadranno tutte le concessioni italiane...". Ma di fermarsi a fine agosto, per ora no: "Sono tre anni che aspetto la sanatoria per via della burocrazia. Non è la mia volontà, sono una persona dinamica che vuole lavorare".
a.col.