"Aziende ferme, tante incognite dopo l’alluvione"

Nicola D’Ettorre, presidente Cna Lugo: "Contattato da molti imprenditori preoccupati per lo stallo attuale sul tema urbanistico"

"Aziende ferme, tante incognite dopo l’alluvione"

Alluvione a Lugo in un’immagine di repertorio

Un equilibrio delicato e fragile, sul quale aleggia il rischio della recessione. Il silenzio che grava sulle dinamiche urbanistiche previste per il dopo alluvione preoccupa non poco gli imprenditori del territorio e le associazioni di categoria che li rappresentano. A sollevare il tema è la Cna di Lugo, il cui presidente Nicola D’Ettorre è stato, negli ultimi giorni, raggiunto da diverse telefonate, tese ad avere chiarimenti e risposte sul tema. Al momento però tutto tace. "Sono stato contattato da molti imprenditori preoccupati per questo stallo attuale sul tema urbanistico anche nelle aree artigianali – spiega D’Ettorre –. Il Pug è fermo, i Piani speciali del post-alluvione rischiano di bloccare tutto per tre anni. La politica in questo momento non dà risposte e gli unici che ne fanno le spese sono gli imprenditori che potrebbero e vorrebbero investire in questo territorio. Lugo e la Bassa Romagna sono aree con un’interessante imprenditoria diffusa, ma l’equilibrio è delicato e fragile e c’è il rischio di regressione se continua questo clima di incertezza e silenzio". Negli ultimi quattro anni il mondo imprenditoriale locale è stato costretto a confrontarsi con continui momenti di incertezza. "Per due anni siamo stati fermi per il Covid – spiega D’Ettorre –. Poi un anno con l’alluvione e ora siamo alle prese con questi nuovi stalli. Chi ha subìto maggiormente le conseguenze degli eventi del maggio 2023 ora deve essere messo nelle condizioni di poter ripartire, magari spostando anche la collocazione dei capannoni. Al momento però non è possibile decidere perché mancano regole certe. E la mancanza di regole crea solo caos".

Le storie si moltiplicano e narrano di compromessi bloccati, di espansioni ferme, di nuovi investimenti diretti al territorio che di fatto potrebbero cambiare direzione in mancanza di quella chiarezza necessaria per poter attivare progetti e opere. La definizione del nuovo Pug, il piano urbanistico generale è ferma al periodo pre alluvione e ora, sul suo rinnovo, gravano le indicazioni contenute nei piani speciali del post-alluvione elaborati dalla Struttura commissariale che in linea di massima blocca temporaneamente le edificazioni nelle aree considerate ‘alluvionabili’. Un aggettivo, quest’ultimo, che a parere dei tecnici non è decisamente esaustivo. "Le zone interessate dall’alluvione del maggio 2023 si sono allagate in modo casuale in base anche alle rotture degli argini – spiega l’ingegnere Umberto Giornelli, iscritto alla Cna –. Queste sono problematiche che non devono essere trattate in modo chirurgico ma attraverso una rete di soluzioni. Serve un nuovo piano urbanistico, con nuove priorità e soprattutto nuovi obiettivi". "Questo è un tema generale che richiede grande attenzione – aggiunge il presidente Cna D’Ettorre –. Per questo la politica deve dare risposte". Già nel giugno scorso, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna era intervenuta, in occasione del termine previsto per la presentazione delle osservazioni al piano speciale preliminare, per esprimere varie perplessità legate alle restrizioni vincolanti introdotte per l’edilizia privata, pubblica e di impresa.

Monia Savioli