Ravenna, 4 novembre 2024 – La scritta “Teme l’umidità” campeggia sugli scatoloni abbandonati nello scantinato di un palazzo in via Fiume, al civico 6. Un avviso che suona beffardo, vista la situazione: in quegli scatoloni giacevano, dimenticate e impolverate, montagne di buste postali. Contenevano avvisi Tari, centinaia, forse migliaia, mai consegnati, indirizzati ai cittadini di Ravenna che avrebbero dovuto riceverli entro il 31 ottobre.
A fare venire alla luce la sconcertante vicenda è stato Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione, che ha segnalato immediatamente il fatto alla polizia locale, la quale è intervenuta subito, individuando già un primo responsabile all’interno della filiera di subappalto del servizio postale. Il ritrovamento è avvenuto quasi per caso: per giorni, gli inquilini del palazzo hanno visto quelle scatole ammucchiate e abbandonate senza sospettare minimamente cosa potessero contenere. Solo dopo dieci giorni, aprendo gli scatoloni, hanno scoperto che si trattava degli avvisi Tari, che avrebbero dovuto raggiungere regolarmente i contribuenti di Ravenna, ma erano stati “smistati” nello scantinato di un condominio privato. Una sorpresa per chi vi ha trovato davanti migliaia di cartelle, mai giunte a destinazione.
A seguito della segnalazione, la polizia locale ha avviato un’indagine ai sensi dell’articolo 616 del codice penale, che tutela la privacy della corrispondenza postale. Il reato, che colpisce chiunque intercetti, distrugga o abbandoni corrispondenza destinata a terzi, prevede pene fino a tre anni di reclusione, soprattutto se compiuto con dolo.
È ora in corso una verifica delle responsabilità lungo tutta la catena di consegna, da chi ha subappaltato il servizio alla persona fisica che, infine, ha deciso di abbandonare la montagna di cartelle nel sotterraneo. Ma ci sono già i primi indagati. “Chi ha sbagliato pagherà”, fanno trapelare del Comune. Ancisi commenta anche un dettaglio rivelatore: “Ora si capisce perché il 16 ottobre il Comune ha prorogato la scadenza al 30 novembre”. Secondo il consigliere, non si tratterebbe di una proroga per agevolare i contribuenti in difficoltà economiche, ma di una necessità dettata dal disservizio ormai evidente. La proroga si sarebbe resa indispensabile poiché centinaia di cittadini non hanno mai ricevuto il loro avviso, mettendo a rischio la riscossione stessa della tassa. Tra questi, lo stesso consigliere.
Il Comune aveva affidato lo smistamento delle cartelle Tari a una società privata qualificata come operatore postale. Quest’ultima, a sua volta, avrebbe subappaltato il recapito degli avvisi a una ditta terza, che pare non abbia rispettato le procedure minime di consegna. A questo punto, il Comune sta cercando di correre ai ripari per far sì che gli avvisi raggiungano comunque i contribuenti entro il 15 novembre, ma resta da capire quanto grave sia stata l’inefficienza della catena di subappalto e di controllo. Quella che doveva essere una semplice operazione di consegna si è trasformata in una storia che lascia di stucco.
Il caso ora è in mano alla polizia giudiziaria: l’obiettivo è capire le dinamiche che hanno portato a questo abbandono massivo e, soprattutto, prevenire futuri episodi di un tale disservizio.