In merito all’articolo dal Titolo ’Mia figlia malata, odissea al pronto Soccorso’ apparso martedì 6 dicembre sul Resto del Carlino, sezione di Lugo, la direzione dell’ospedale di Lugo, precisa quanto segue.
"Da un’attenta disamina della documentazione sanitaria agli atti – scrivono dall’Ausl –, risulta che la giovane paziente sia stata accompagnata in Pronto Soccorso a Lugo alle ore 19.40 circa di sabato 3 dicembre u.s. per il perdurare (dal giorno precedente) di febbre mal controllata dalla terapia antinfiammatoria per bocca. I parametri vitali reperiti periodicamente dall’ingresso in PS confermavano la temperatura corporea elevata ma verificavano anche l’ottima saturazione periferica di ossigeno. Scongiurata la positività alla Covid-19 mediante in test antigenico rapido risultato negativo, nel lasso di tempo tra le 22.15 e le 22.30 circa venivano effettuati alla giovane un prelievo venoso e la radiografia del torace. Il primo dava evidenza di un fenomeno infiammatorio con elevazione degli indici di flogosi riferibili ad agenti esterni e la seconda non indicava alterazioni radiologiche riferibili a focolai polmonari in atto. In considerazione della probabile natura virale della problematica (virus influenzale?), veniva impostata una terapia antinfiammatoria associata ad idratazione endovenosa. Nelle ore subito successive, la terapia produceva il consistente calo della temperatura corporea e il netto miglioramento della sintomatologia". Continua la nota: "Ciò nonostante, visto che i genitori chiedevano di poter disporre di una valutazione specialiastica e avuta la disponibilità telefonica da parte dei colleghi preventivamente contattati, la paziente veniva trasferita in continuità di soccorso, presso Pediatria di Faenza, alle ore 3.15 circa. Nell’ospedale manfredo, alla giovane venivano rilevati i parametri vitali e garantita la visita pediatrica durante la quale il medico, alle 4, segnalava una temperatura di 37°C, torace indenne, faringe roseo e otoscopia negativa. In ragione degli approfondimenti effettuati a Lugo e della visita, il professionista provvedeva alla dimissione a domicilio con diagnosi di “Sindrome febbrile in corso di virosi”. Si ritiene che la giovane paziente abbia ricevuto un’assistenza congrua alla gravità della problematica, diffusa e frequente in questo primo periodo della stagione autunnale".