REDAZIONE RAVENNA

Asili nido e persone fragili. Per i servizi 48 milioni

È la spesa ’sociale’ sostenuta nel 2024 da Unione, Ausl, Regione e Stato. Il 65% è andato nel supporto alle persone non autosufficienti.

Asili nido, attività per le famiglie, assistenza domiciliare, residenze per persone non autosufficienti, supporto ai caregiver, prevenzione contro le dipendenze. Nei giorni scorsi l’Unione della Bassa Romagna ha approvato l’accordo di programma con l’Ausl per l’adozione del piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale per il 2024. L’accordo, redatto annualmente, consiste nella formalizzazione dei finanziamenti per le spese sostenute nel corso dell’anno per i servizi sociali. Il finanziamento complessivo del 2024 è di circa 48 milioni, superiore del 5,4% rispetto al 2023. Di questi oltre 10 milioni sono risorse dei Comuni, oltre 7 dell’Ausl, 15,5 da finanziamenti regionali e 1 milione e 900mila euro dallo Stato. Quasi il 26% della spesa è dedicata a famiglie, bambini e giovani, il 65% a interventi a per persone non autosufficienti e il resto per il contrasto alla povertà e l’accesso ai servizi.

Gli interventi spaziano dai servizi per la fascia 0-3 alle attività rivolte alle famiglie e ai giovani con funzione di prevenzione, agli interventi domiciliari (come l’assistenza domiciliare, le dimissioni protette dall’ospedale, il trasporto sociale e gli interventi educativi) e residenziali per persone non autosufficienti e di supporto ai loro caregiver (quali ricoveri di sollievo e in caso di emergenza, attività di gruppo, spazi di confronto, eccetera). Non mancano infine progetti di prevenzione che riguardano sia l’area delle dipendenze sia il contrasto al gioco d’azzardo, che vedono il coinvolgimento anche delle famiglie. "A fronte di un calo delle risorse esterne, principalmente dovuto a tagli da parte del governo, l’Unione continua a investire ingenti risorse per la salute e il benessere dei cittadini e in particolare delle fasce più deboli – sottolinea Andrea Sangiorgi, sindaco referente per i Servizi sociali e sanità dell’Unione –. Si tratta di una precisa scelta politica".