Se l’inizio di un nuovo anno si porta dietro buone intenzioni e sfide, tante sono quelle che si prospettano per la cultura ravennate che inizia il 2024 dopo un 2023 che ha visto novità e conferme, manifestazioni storiche e nuovi corsi a cui fornire basi più solide e identità più definite. Al Mar, il Museo d’arte della città, tra poco più di una settimana chiuderà la mostra dedicata a Burri attorno alla quale si è sviluppata l’anno scorso la Biennale del mosaico contemporaneo. E se il bilancio finale arriverà con i dati dei biglietti staccati, non sono l’unico parametro, è vero, ma aiutano a farsi un’idea, si lavora intanto al prossimo progetto espositivo, dedicato al celebre fotografo Salgado e al suo lavoro sulle migrazioni che verrà inaugurato a marzo. Una sfida legata anche all’identità del museo che si propone come spazio dedicato al contemporaneo, anche nell’ambito dell’arte musiva con il riallestimento, inaugurato nel 2023, della collezione dei mosaici contemporanei e dei relativi cartoni. A qualcuno la scelta della fotografia non è piaciuta, perché troppo simile a quella dei Musei di San Domenico a Forlì. Può essere. Ma a fare la differenza è la qualità di quello che si propone e la promozione. Perché se c’è una cosa nella quale i Musei di San Domenico sono maestri, è la promozione: inizia quella delle nuove mostre quando le vecchie sono appena concluse. Sulla Biennale del mosaico, la prossima edizione sarà nel 2025, la sfida è ardua: mantenere alta l’asticella perché la dimensione nazionale e internazionale raggiunta nel 2023, grazie soprattutto alle mostre su Burri e sul rapporto tra design e mosaico, si rafforzi. E questo sarà possibile solo con una programmazione sul lungo periodo e, ancora una volta, una promozione adeguata che parta molto in anticipo. Altrimenti il rischio è che dopo l’inaugurazione, che ha riempito la città, non arrivi più nessuno. Al mosaico è legata anche la sorte di altri due luoghi della cultura ravennate: Classis, il Museo della Città e del Territorio di Classe che ha da poco inaugurato due nuove sezioni dedicate appunto al mosaico antico, e Tamo, progetto sempre di RavennAntica all’interno del complesso di San Nicolò in via Rondinelli che, a fine 2023, ha chiuso. Troppo complesso, evidentemente per la fondazione, gestire entrambi gli spazi. Così i mosaici di Tamo sono stati trasferiti a Classe.
Rimane ora da capire cosa accadrà a San Nicolò, di proprietà del Comune. Mentre Classis a questo punto ha le carte in regola per il salto di qualità per il quale lavora da anni. Tanto più che nel 2025 dovrebbero essere conclusi i lavori per l’allestimento della ‘barca di Teodorico’ che sarà esposta definitivamente a Ravenna dopo trent’anni di ‘esilio’ a Comacchio. Tra le novità attese del 2024 c’è sicuramente l’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento che riaprirà al pubblico Palazzo Guiccioli, nel cuore di via Cavour. Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, ha annunciato a fine 2023 l’apertura per la primavera. Sarà un museo particolare, che rende omaggio alla presenza di Byron a Ravenna, esattamente nel palazzo dove abitò e operò. Le realtà culturali di Ravenna sono tante, alcune delle quali storiche, da Ravenna Festival a Ravenna Teatro. Ci sono la musica, il cinema, la street art che grazie all’associazione Bonobolabo attira visitatori da tutto il mondo. La sfida per tutti è continuare a dimostrare che di cultura una città può vivere e crescere.
Annamaria Corrado