Il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha approvato nella seduta di mercoledì il bilancio di previsione 2025-2027. La delibera ha visto i voti favorevoli dei gruppi Centro sinistra per la Bassa Romagna, Vivi Bagnara, Alleanza Verdi sinistra - Partito socialista italiano; contrari i gruppi Alternativa Bassa Romagna e Unione civica.
L’approvazione arriva dopo un percorso di condivisione che ha visto coinvolti non solo gli organi amministrativi, ma anche le associazioni di categoria e i sindacati, ai quali il documento era stato presentato con riunioni dedicate.
"È un’abitudine ormai consolidata quella di intraprendere, in fase di approvazione del bilancio, un percorso di confronto con tutte le associazioni economiche e con i sindacati, incontrati il 11 e 12 dicembre scorsi – dichiara il sindaco referente Riccardo Graziani –. Il bilancio dell’Unione vuole caratterizzarsi per serietà e consapevolezza, attraverso un’oculata gestione delle risorse in favore prima di tutto al mantenimento dei servizi essenziali".
Nel bilancio di previsione sono previste risorse complessive a pareggio (ovvero con entrate equivalenti alla spesa): per il 2025 circa 79 milioni di euro, per il 2026 circa 66 milioni di euro e per il 2027 circa 64 milioni di euro. Le differenze consistenti tra il primo esercizio e i successivi dipendono da risorse specifiche vincolate al primo esercizio.
Inoltre, la parte di competenza 2025 contiene al suo interno trasferimenti (statali, regionali, struttura commissariale per la ricostruzione) per le emergenze metereologiche del 2023-2024 per quasi 3.500.000 euro.
L’Unione, essendo un ente a finanza derivata, trae la maggioranza delle proprie risorse dai trasferimenti (42.519.177,05 milioni di euro) dai Comuni afferenti a quote essenzialmente invariate per il triennio (a eccezione dell’andamento dei trasferimenti Pnrr, delle quote correnti Atuss e dei trasferimenti per le emergenze metereologiche, previste solo per il 2025).
La parte preponderante della spesa di bilancio riguarda i servizi educativi (35%) e i servizi sociali (25%).
Matteo Bondi