MARIA VITTORIA VENTURELLI
Cronaca

Appello all’Unione Europea: "Rimuovere il blocco del Mar Rosso. O gli armatori sposteranno le linee"

Documento dei porti dell’alto Adriatico italiani, croati e sloveni (Trieste, Venezia, Ravenna, Capodistria, Fiume). "I fornitori potrebbero cambiare rotte, mettendo a rischio le forniture all’Europa centrorientale"

Appello all’Unione Europea: "Rimuovere il blocco del Mar Rosso. O gli armatori sposteranno le linee"

La banchina della Sapir

Ravenna, 17 agosto 2024 – "La crisi del Mar Rosso sta influenzando il trasporto merci sulle rotte tra Asia ed Europa e ha il potenziale di interrompere le catene di approvvigionamento di settori, come edilizia, automotive, prodotti chimici e macchinari. L’interruzione potrebbe anche influire sulla fornitura e sicurezza energetica, sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità ambientale".

Lo scrivono in una lettera riservata inviata alla Commissione Europea i presidenti dei porti del Nord Adriatico, italiani, sloveni e croati associati al Napa (North Adriatic Ports Association): Trieste, Venezia, Ravenna, Capodistria, Fiume. Se la crisi di Suez persiste, scrivono, "le compagnie armatrici potrebbero essere costrette a spostare le proprie linee dai porti adriatici, impattando sulle catene di fornitura dell’Europa centrorientale".

"La situazione più grave per noi è quella legata alla guerra in Ucraina – commenta il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Daniele Rossi - perché quello è il bacino più importante dello scalo di Ravenna. Dal Canale di Suez transita il 20% delle merci, se aggiungiamo Libano, Israele e Paesi Arabi significa che in totale abbiamo il 55% dei volumi movimentati proveniente da Mar Nero e Mediterraneo".

Rossi condivide "la preoccupazione espressa nella lettera. "Assistiamo a un incremento dei costi della logistica – dice - che si scarica sul costo delle merci e quindi genera inflazione, che associata agli alti interessi delle banche centrali va a incidere sulla possibilità di ripresa dell’economia".

In seguito ai gravi attacchi nel Mar Rosso, soprattutto alle portacontainer ma non solo, le compagnie di navigazione hanno deciso, infatti, di reindirizzare le loro navi attorno al Capo di Buona Speranza. L’interruzione del traffico ha un impatto significativo sul commercio europeo con i paesi dell’Estremo Oriente. Il Canale di Suez collega il Mar Mediterraneo al Mar Rosso e consente una rotta più diretta per le spedizioni tra Europa e Asia, rispetto alla rotta africana.

"Le compagnie di trasporto container – spiega il Napa - sono costrette a prendere rotte più lunghe, aggiungendo 10-14 giorni per viaggiare tra Asia ed Europa e almeno altre due navi per mantenere i servizi settimanali".

L’associazione sottolinea l’aspetto ambientale e stima "un aumento del 42% delle emissioni totali per la stessa quantità di carico per un servizio di linea settimanale standard Asia-Nord Europa come risultato del maggiore consumo di carburante".

Il Napa chiede aiuti finanziari per recuperare i danni economici subiti dai porti del Nord Adriatico e un intervento che garantisca "l’esercizio dei diritti e delle libertà di navigazione delle navi di tutti gli Stati nel Mar Rosso, comprese quelle mercantili e commerciali, in conformità con il diritto internazionale ".

Rossi auspica "che la situazione finisca velocemente. Oltre al costo umanitario, ne genera uno economico che presto potrebbe diventare insostenibile per il sistema europeo e mondiale".