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Antonio Patuelli a Bruxelles ha incontrato Raffaele Fitto, vice della Commissione Ue
Banche in prima linea su cambiamenti climatici (che tanto da vicino stanno interessando il territorio romagnolo e quello ravennate in particolare) e sostenibilità. Sono due delle tematiche al centro degli incontri che il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha avuto nei giorni scorsi a Bruxelles e che gli hanno permesso di interloquire con il commissario e vice presidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto, tutti gruppi parlamentari e l’ambasciatore d’Italia presso la Ue, Vincenzo Celeste. E Patuelli ha chiarito quale deve essere il ruolo delle banche. "In un’economia sempre più orientata alla sostenibilità, rispondere alle crescenti aspettative della società e delle autorità regolatorie è indispensabile, ma non spetta alle banche il ruolo di arbitri assoluti della sostenibilità", ha precisato Patuelli. Infatti, ha aggiunto, "devono essere attive autorità pubbliche in grado di valutare la legalità dei comportamenti delle imprese. Le banche contribuiscono acquisendo informazioni e le documentazioni necessarie per verificare la trasparenza fiscale, la solidità economica e progettuale e la regolarità dei processi Esg delle aziende, ma non possono e non devono surrettiziamente ricoprire il ruolo di certificatori pubblici di sostenibilità".
Nel corso degli incontri, Patuelli ha presentato il documento ‘Le banche al centro della sfida europea’, approvato all’unanimità dal comitato esecutivo dell’Abi. "Il settore bancario si trova ad operare in contesti normativi, fiscali e giuridici sempre più complessi, che impongono continue iniziative per rispettare regole in costante evoluzione – ha sottolineato Patuelli –. La crescente incertezza riguardo all’applicazione degli standard internazionali di Basilea3+ genera interrogativi e preoccupazioni. È fondamentale che l’Unione europea utilizzi gli spazi di flessibilità disponibili per evitare che le banche europee si trovino in una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai loro concorrenti extra Ue". Centrale il ruolo dell’Europa anche in fatto di politica economica. "Le ragioni che impongono all’Europa un deciso passo in avanti sono essenzialmente tre: il boom del commercio mondiale ha esaurito la sua spinta; l’energia russa a basso costo è stata archiviata dall’invasione dell’Ucraina; l’Unione non può più contare quasi gratuitamente sull’ombrello americano per garantire la sua sicurezza. Come la pandemia e l’invasione dell’Ucraina avevano già spinto la Ue a ripensare le precedenti strategie di rifornimenti energetici e di materie prime provenienti da paesi extra Ue, i nuovi scenari in via di definizione rendono indispensabile una più generale ridefinizione complessiva degli obiettivi generali, ma soprattutto va recuperato il gap di competitività dell’economia europea, una precondizione senza la quale qualsiasi ambizione dell’Unione di giocare un ruolo da protagonista risulterebbe vana", ha precisato Patuelli.
Giorgio Costa