Faenza, 17 maggio 2023 – “Tutti coloro che si trovano al piano terra devono lasciare le proprie abitazioni". La voce dell’altoparlante rimbomba per le viuzze del centro di Faenza.
La città è sospesa nell’attesa di un evento di cui nessuno riesce a capire la portata e, man mano che le ore passano, le previsioni lugubri prendono purtroppo forma nei letti del Lamone e del Marzeno.
E la giornata è finita purtroppo come si temeva: con tutti i ponti sul Lamone chiusi, la zona rossa con più acqua di due settimane fa (e il salvataggio di tre persone al primo piano a nuoto da parte dei carabinieri), il Lamone che alle 20 spazza via il muretto contenitivo all’altezza di via Renaccio e si prende tutta la zona del parco Calamelli, mentre sul lato opposto avanza in borgo ben oltre la zona rossa, arrivando in corso Europa e in via De Gasperi. Alle 21.30 il Comune ha chiesto ai residenti di "andare anche sui tetti, se necessario".
Il terribile martedì di Faenza comincia a metà mattinata, quando la pioggia battente che cade dalla notte inizia a gonfiare il Marzeno. Il punto più critico è sempre lo stesso: la confluenza col Lamone, nei pressi di via San Martino.
Alle 11 la strada è già stata evacuata e lo scrosciare sempre più forte del fiume la fa da padrone su un silenzio sinistro. Alle 11.30 intanto si evacua la ’zona rossa’ in borgo. Gli agenti della polizia locale, che passano con gli altoparlanti, sembrano in realtà più preoccupati dei cittadini: "Tanto ormai quello che è successo è successo – dice Mario Dal Pozzo, tra i tanti già alluvionati –. Avevo la macchina nel garage sotterraneo, l’avevo messa fuori ma non è stato abbastanza e ora è da buttare. E così come il 90% di quello che c’era in garage".
Tanti pensano che l’apprensione delle autorità sia dovuta soprattutto alla memoria fresca del disastro, ma l’allarme più reale che mai: il fiume continua a salire e nel primo pomeriggio si inizia a evacuare via Ponte Romano, stretta tra l’argine e le mura del centro. Se l’acqua dovesse svegliare qui non troverebbe via d’uscita, così si evacuano anche i piani superiori delle palazzine. "Alle 14.15 sono venute le forze dell’ordine a suonare tutti i campanelli – dice Stefano Pantera – e il problema è che ci sono un sacco di anziani e ci hanno messo tanto a portare via tutti con le ambulanze. Un po’ di ansia ce l’abbiamo, staremo a vedere. Siamo in quattro e andremo da mia suocera. Abbiamo preso su anche i due gatti. Mia figlia piccola, 10 anni, un po’ di preoccupazione ce l’ha. La grande invece, che ne ha 16, è più ottimista".
Nel frattempo si chiude la circonvallazione, di nuovo allagata. Alle 16 inizia a tracimare il Marzeno in via Sarna, mentre via Lapi, fuori dalle mura del centro e già soggetta ad allagamenti negli anni, si riempie d’acqua: le fogne non ricevono più. Alle 17 si chiude il ponte delle Grazie e poco dopo le 18.30 arriva l’avviso per tutta la città: "Salite tutti al piano più alto del vostro edificio, non mettetevi in strada per nessuna ragione".
In serata l’acqua arriva nella zona rossa e la invade di nuovo velocemente. Già alle 19.30 il livello è più alto di quello di due settimane fa. I carabinieri, coordinati dal capitano Alessandro Averna Chinnici, in via Cimatti si buttano e a nuoto salvano tre persone intrappolate nelle case dove ora anche il primo piano minaccia di allagarsi a breve. L’acqua continua a salire e poco prima delle 21 arriva in corso Europa e da lì in via De Gasperi. In via Renaccio abbatte il muretto sul lungofiume e inonda tutte le strade fino a via Lapi, fino a cingere le mura della città. L’elenco delle strade chiuse del tutto o a tratti è lunghissimo, e include i tre ponti della città: ponte delle Grazie, ponte della Memoria (ovvero quello tra via Fratelli Rosselli e viale delle Ceramiche) e ponte Rosso. Davanti Faenza ha una lunga notte da incubo.
Sara Servadei