È stato recentemente eseguito un intervento di neurostimolazione all’ospedale di Faenza, applicando un impianto innovativo, frutto della collaborazione tra le equipe di Terapia Antalgica Romagna, diretta dal dottor Massimo Innamorato, e della Chirurgia del Sistema nervoso periferico di Faenza, guidata dal dottor Carlo Sacco.
"La neurochirurgia del sistema nervoso periferico non è ubiquitaria – dice il dottor Innamorato- è presente in pochi centri, quindi avremo pazienti anche da fuori regione; questo primo intervento, svolto in sala operatoria a Faenza, ha visto la collaborazione tra equipe diverse: in Emilia Romagna siamo gli unici ad avere questa combinazione tra equipe". Questa importante tipologia di intervento migliora la qualità di vita dei pazienti affetti da dolore.
"Si può intervenire su un dolore poco gestibile da farmaci – afferma Innamorato – è importante per i pazienti che hanno sofferenze dei nervi periferici o delle amputazioni a carico degli arti, delle lesioni e traumi a carico di gambe o braccia. Viene riposizionato un catetere che ridà impulso al nervo che è stato leso e quindi si riesce a controllare parzialmente il dolore e ripristinare parzialmente il movimento del paziente, che di solito risulta impedito dal dolore".
Le lesioni post traumatiche dei nervi degli arti, associate a dolore neuropatico, possono infatti incidere pesantemente sulla qualità della vita della persona, limitando le sue attività quotidiane e compromettendo la sua capacità lavorativa. Questo tipo di intervento, eseguito per la prima volta, ha visto la ricostruzione della storia del paziente, già conosciuto, ma su cui erano purtroppo falliti altri tentativi per diminuire la quota dolore. Il paziente, infatti, era affetto da incessante dolore al polso e alla mano a causa di un incidente domestico: era stato sottoposto a chirurgia ricostruttiva del sistema nervoso periferico e a terapie neuromodulative con una temporanea risoluzione. La ripresa del dolore aveva peggiorato notevolmente la qualità di vita del paziente, motivo per il quale è stato proposto al paziente un impianto applicato direttamente sul nervo. "Si tratta di un intervento chirurgico – continua il dottor Innamorato – con la applicazione di un generatore di corrente che stimola il nervo coinvolto nel quadro doloroso: l’applicazione continua di micro corrente ha il compito di ridurre sensibilmente la sensazione dolorosa; la stimolazione elettrica continua del nervo periferico permette un’accurata localizzazione del nervo leso così da consentire una copertura analgesica di maggior precisione anatomica".
È questa una tecnologia studiata per ridurre al minimo le complicanze e garantire una elevata affidabilità nel lungo periodo. La terapia, una volta attivata, ha dimostrato subito di essere efficace: già a poche ore di distanza dall’impianto il paziente ha riportato una notevole riduzione del dolore che si è tradotta in breve tempo in una diminuzione nell’assunzione di antidolorifici, nella ripresa delle attività quotidiane e nel miglioramento dei sintomi, quali l’ipersensibilità al tatto.
"Siamo riusciti a bloccare il nervo correttamente – dice ancora Innamorato – per adesso i controlli vanno bene; è un intervento semplice: il paziente viene ricoverato per un giorno poi dimesso, l’intervento di solito non supera di molto i 45 minuti. I pazienti vengono selezionati principalmente dalla Neurochirurgia periferica poi ce li inviano per un controllo congiunto e insieme a loro facciamo la selezione definitiva".
Questo importante risultato evidenzia come l’equipe di Terapia Antalgica e quella di Chirurgia del Sistema nervoso periferico continuino a costruire una solida collaborazione nell’ambito della chirurgia del dolore, una sinergia alimentata dallo sviluppo costante delle competenze reciproche e dall’utilizzo delle nuove tecnologie.