"Allagate i miei campi". E la città si è salvata

La cooperativa Cab Terra ha sacrificato duecento ettari di terreno per evitare che l'alluvione del 2023 sommergesse la città di Ravenna. Una scelta difficile, ma che ha salvato la città, senza alcun risarcimento. Un'epopea che coincide con la storia della città e del movimento cooperativo.

Nel Comune di Ravenna l’alluvione del 2023 ha soprattutto un volto, ed è quello dei terreni della cooperativa Cab Terra trasformati in una sorta di mare interno per evitare che le acque in arrivo dalle altre parti già allagate della Romagna sommergessero la città.

Se il Comune di Ravenna è in gran parte scampato alle inondazioni – fa eccezione soprattutto la frazione di Fornace Zarattini, lei sì devastata quasi completamente – è soprattutto per merito della scelta dei dirigenti della storica cooperativa agricola, che hanno accettato di inondare duecento ettari di campi per dare alle acque uno sfogo controllato che altrimenti queste avrebbero trovato altrove, con conseguenze in quel caso però non prevedibili. E questo, senza che ancor oggi alla Cab Terra sia arrivato un euro di risarcimento. L’operazione, di per sé non semplice, fu messa in campo dalla Prefettura e dal Consorzio di bonifica, resisi conto che le idrovore allora in campo non sarebbero bastate a convogliare lontano da Ravenna la mole d’acqua in arrivo. L’epopea della Cab Terra coincide con la storia della città di Ravenna e del movimento cooperativo: fu fondata da Nullo Baldini e da quaranta altri bracciati nel 1888. Oggi conta una settantina di soci, e forse il pensiero del suo presidente Fabrizio Galavotti, in quelle fatidiche ore, è andato proprio a Baldini e alla lunga strada che portò la creatura di quel manipolo di operai a diventare un colosso agricolo. Galavotti non ha avuto dubbi quando gli è stato chiesto di poter allagare quei campi, creando un varco alle acque in arrivo dalle cosiddette Canale, facendole accumulare nei terreni della Cab e da lì convogliandole gradualmente nello scolo Cerba, da dove hanno raggiunto il mare.

Un sacrificio non da poco; sono finiti sommersi circa duecento ettari di mais, grano e orticole. La Cab Terra ad ogni modo non ha cambiato idea: "Fu una scelta difficile, ma la rifaremmo".