"All’abbazia di Valsenio reperti, sale convegni e per camminatori"

Un progetto ambizioso per valorizzare l'abbazia di Valsenio, ricca di storia e potenzialità. Nuove proposte per riaprire un capitolo importante del passato e creare spazi per incontri, laboratori e convegni. Scoperte archeologiche recenti arricchiscono il patrimonio della zona.

"All’abbazia di Valsenio reperti, sale convegni e per camminatori"

"All’abbazia di Valsenio reperti, sale convegni e per camminatori"

Un progetto per fare dell’abbazia di Valsenio un luogo che abbracci tutta la vallata, come quando 1.500 anni fa era il cuore pulsante di un territorio che viveva il momento chiave del passaggio dall’epoca romana a quella dell’Europa cristiana. La chiesa e il monastero risulta infatti siano stati fondati da San Zenobio, primo arcivescovo di Firenze, benché altre tradizioni riconducano la costruzione, fra il 425 e il 450, a Galla Placidia. Indicativamente fu appena prima del X secolo che i monaci benedettini si insediarono nella valle del Senio; qui costruirono tre abbazie: a Cuffiano, a Susinana e appunto a Valsenio. Tra gli aspetti legati alla loro presenza, i monaci insegnarono agli abitanti una proficua gestione del territorio, introducendo il castagno, il quale, per secoli, fu la principale fonte di sostentamento per le popolazioni locali.

"È proprio quello il capitolo che ci piacerebbe riaprire – rivela il neosindaco di Casola, Maurizio Nati –. Ci piacerebbe ad esempio che l’area del chiostro potesse vedere qualche stanza a servizio del giardino botanico Rinaldi Ceroni, per incontri e laboratori, e dedicare al contempo qualche sala più grande a riunioni e convegni. Alcuni ambienti potrebbero inoltre essere specificamente dedicati a chi si muove a piedi fra le vallate, seguendo i cammini per gli escursionisti". L’abbazia cominciò nel 2013 un nuovo capitolo della sua storia: fu allora che terminarono gli scavi archeologici della chiesa di San Giovanni Battista, i quali portarono alla scoperta di una cripta sotto l’abside e ad altri ritrovamenti. Ieri pomeriggio, dopo una visita guidata all’abbazia, è stato anche ipotizzato che alcuni ambienti possano ospitare il patrimonio archeologico rinvenuto nel corso dei decenni a Casola.

Filippo Donati