Prima lo sconforto poi, di nuovo, la speranza. Il presente della Cartolibreria Alfabeta di via Lumagni, a Lugo, non si ferma alla conta dei danni subiti dall’alluvione della scorsa settimana, ma continua per trasformarsi in un futuro garantito dal sostegno espresso dai tanti che sono vicini ai titolari, Massimo Berdondini e Marinella Fabbri. Così, la catasta dei libri infangati e fradici ammucchiati all’esterno dell’attività aperta nel 1979, si sta trasformando nel simbolo di nuove opportunità garantita anche dal progetto di crowdfunding lanciato dalla piattaforma "Gofoundme" dal titolo "Salviamo la libreria Alfabeta". Luciana Littizzetto, ad esempio, è stata fra le prime a contribuire con il versamento seguita da tanti altri, anonimi o dichiarati, che hanno destinato al progetto somme che vanno da 10 al massimo raggiunto di 800 euro.
"E’ questo riscontro incredibile che ci ha fatto cambiare idea sulla chiusura – racconta Berdondini. "L’acqua è arrivata ad oltre un metro. Ha rotto la vetrina e piegato gli infissi. Quando siamo riusciti ad entrare grazie all’aiuto dei vigili del fuoco, ci siamo chiesti: e ora, cosa facciamo?". Danni su danni.
L’allerta "in sordina" li aveva convinti che bastasse mettere i computer un po’ più in alto, come del resto anche la merce del negozio, per poter salvare tutto. La realtà è stata decisamente diversa.
"Ci sono arrivati messaggi di solidarietà anche da tanti scrittori – continua. "Carlo Lucarelli ad esempio, del quale abbiamo messo in vetrina il primo libro "Carta bianca". E lui, in un post, ha ricordato quel momento quando venne da noi in compagnia della madre. Romano Montroni mi ha chiamato per esprimere solidarietà e tanti, tantissimi si sono offerti di aiutarci. Per questo, abbiamo deciso di non chiudere ma di proseguire con l’attività, riaprendola non appena sarà possibile".
Una selezione di libri superstiti, ammaccati, con le pagine appiccicate dall’acqua, leggibili o forse neppure, è stata messa in vendita in modo simbolico, nel mercatino allestito sul marciapiede. "Lo abbiamo chiamato ’Questa è l’acqua’ da un testo di David Foster Wallace – continua Berdondini.
"Sono libri sopravvissuti, come noi, ammaccati, feriti, piegati, ma ancora in piedi. Libri acquistabili ad offerta libera, perché possano riecheggiare come simboli sugli scaffali delle librerie". A pochi metri di distanza, un’altra opera, una installazione dell’artista Gianni Penazzi, costruita sempre con quei libri superstiti a formare una sorta di anfiteatro. "L’opera non è finita ma sarà ampliata al punto che è stata chiesta anche l’autorizzazione per l’ occupazione del suolo pubblico da parte di Penazzi – conclude Berdondini. "Come a Cotignola utilizzano le balle di paglia, da noi ci sono le balle di libri marmorizzati".
Monia Savioli