
Nessuna età è esente dal rischio dipendenza da alcol
Aiutare e aiutarsi: è questo lo scopo dell’associazione Alcolisti Anonimi, presente anche a Ravenna con i gruppi ‘Libero’ in via Alcide de Gasperi 67 e ‘Rinascita’ in via Sighinolfi 20 (cell. 335.725 6183). Gli incontri sono gratuiti e aperti a chiunque abbia o sospetti di avere un problema con l’alcol. Uno dei principi base è quello dell’auto aiuto: i diversi gruppi si riuniscono settimanalmente e ogni membro può condividere la propria esperienza in anonimato. "Non ci sono vincoli di presenza né giudizi o imposizioni di alcun genere, ognuno può partecipare quanto e come desidera, anche non nella propria città. I membri del gruppo non sono mai un numero fisso: l’importante è parlarsi e tenere la porta aperta per accogliere chi si vuole unire, anche senza preavviso", spiega una referente dell’associazione. "Magari la prima volta si ascoltano le testimonianze di altri e poi pian piano ci si apre di più. Lo stare insieme e il confrontarsi con chi ha vissuto o sta vivendo la stessa situazione è fondamentale, anche per i membri che hanno smesso da anni: bisogna sempre mantenere la memoria fresca per evitare ricadute. Seguiamo il metodo dei dodici passi e dodici tradizioni, nato nel 1935 negli Stati Uniti e ormai diffuso in tutto il mondo. Il metodo traccia un percorso per aiutare ognuno a liberarsi dalla dipendenza e ritrovare la serenità e la voglia di vivere".
Un grave ostacolo alla riabilitazione è rappresentato dal modo in cui viene visto socialmente l’alcol: "Purtroppo c’è la cultura del bere. L’alcol è presente a ogni occasione sociale e così si può iniziare fin da giovanissimi, per non sentirsi esclusi. Non vuol dire che si tratti di un fenomeno esclusivamente giovanile, nessuna età è esente dal rischio dipendenza. È facile cadere nella trappola dell’alcolismo e il problema viene spesso sottovalutato, con il classico “smetto quando voglio”". Riconoscere la dipendenza e decidere di affrontarla è spesso difficile perché bere diventa una stampella per affrontare la vita: "Di solito ci sono altri problemi di fondo e l’alcol è solo la punta dell’iceberg, serve pazienza e coraggio. Purtroppo dopo la pandemia abbiamo notato un diverso approccio e un’affluenza minore ai gruppi di alcolisti anonimi. C’è tanto disagio e più paura, più sfiducia nel futuro, ma così l’alcol la fa da padrone, magari anche associato ad altre sostanze. Spesso ad accorgersi del problema sono i familiari, che ci chiamano non sapendo a chi rivolgersi. Noi consigliamo sempre di contattare Al-Anon, associazione che si occupa proprio di supportare le famiglie".
Valeria Bellante