Albergatori, cresce la preoccupazione: "Stanno mancando i turisti"

Casadei (Ascom): "Sono diminuiti a giugno e i segnali per luglio non sono troppo incoraggianti". La colpa? Forse le immagini generalizzate legate all’alluvione o alle riaperture dei confini post Covid

Albergatori, cresce la preoccupazione  "Stanno mancando i turisti"

Albergatori, cresce la preoccupazione "Stanno mancando i turisti"

Ravenna, 1 luglio 2023 – La stagione turistica è ormai entrata nel vivo e tra poco si entrerà nel mese di luglio. Diversi operatori del settore sono preoccupati perché, a guardare le persone in spiaggia o in passeggiata anche durante il fine settimana le presenze languono. Per alcuni la ‘colpa’ è delle immagini legate all’alluvione che hanno comportato una generalizzazione del disastro alluvionale anche sulla costa la quale, fortunatamente, è rimasta praticamente indenne e da subito era pronta per accogliere i turisti. Altri, invece, iniziano a fare i conti con un ragionamento post pandemia che, a causa delle restrizioni, aveva agevolato la scelta delle vacanze in Italia. Fatto sta che il mese di giugno, tranne il ponte del 2 giugno, è povero di turisti ma anche degli avventori di giornata del sabato e della domenica.

Approfondisci:

Giugno, jella ed errori Calo presenze del 20%

Giugno, jella ed errori Calo presenze del 20%

A fare il punto è il presidente Federalberghi Ascom Cervia Gianni Casadei che spiega: "La situazione turistica direi che al momento è da valutare piuttosto seriamente. Non abbiamo strumenti per misurare in diretta le performance delle presenze, e per discutere dei numeri ufficiali dovremmo attendere almeno fino a metà luglio. La situazione credo però che sia chiara a tutti: basta guardarsi un po’ attorno e non sfugge anche a chi non ha l’occhio particolarmente allenato: mancano turisti. Nel fine settimana le strade e le spiagge si riempiono ma soprattutto di avventori, che noi accogliamo comunque sempre volentieri. Ma i turisti, quelli dalla settimana di vacanza, quelli che contribuiscono a rendere viva la località anche il lunedì, il martedì e il resto della settimana mancano. Sono mancati a giugno - che è comunque un terzo della nostra stagione - ed i segnali per luglio non sono troppo incoraggianti. Purtroppo il nostro settore è caratterizzato da una forte rigidità dei costi, la parte variabile è legata sostanzialmente al costo del cibo per chi ancora offre la pensione completa. Tutto il resto sono costi fissi: i mutui o gli affitti, i costi energetici, la luce e le pompe della piscina sono in funzione per 1 che per 100 persone".

Come sempre si auspica in una risalita a settembre ma è anche vero che il meteo ballerino non aiuta. Chiaramente, tutto questo di riflette con andamenti negativi e preoccupanti per il settore ricettivo che, comunque, ha costi alti di gestione. Come prosegue il presidente Casadei: "Un altro bel problema è quello legato ai dipendenti, al loro costo e al mantenimento degli accordi presi. Nessuno dei colleghi con cui ho parlato ha manifestato l’intenzione di ridurre o sospendere il numero di collaboratori, queste persone infatti contano sugli accordi presi a inizio stagione per chiudere a loro volta il budget famigliare. Resta però il problema che se le strutture non raggiungo i tassi di occupazione massima stipendi più contributi pesano in modo determinante".

Insomma, lo spirito di fiducia che tratteggia la Romagna non manca. Tuttavia, un giugno scarso inizia a destare i primi segnali di preoccupazione. Sarà forse necessario mettere in campo nuove strategie, intervenire sull’offerta turistica. Intanto, l’auspicio è per un recupero nel mese di luglio e di agosto.

Ilaria Bedeschi