Insulti, parolacce, danneggiamenti, talvolta anche aggressioni fisiche ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari. In gran parte contro il personale femminile. A determinare nero su bianco l’impietosa escalation di violenza che negli ultimi anni si è registrata in ospedali e case di cura è stata l’Inail, che in occasione della giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale sanitario ha analizzato i dati relativi ai casi di infortunio durante il lavoro, accertati e codificati come aggressioni e minacce nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021. Se a livello nazionale i numeri evidenziano 4.800 aggressioni con una media annua di circa 1.600, molte di più ne risultano invece se si considerano anche le violenze verbali e i danneggiamenti.
Secondo i dati dell’osservatorio di Ausl Romagna, relativi allo stesso periodo 2019-2021, si stimano infatti complessivamente più di 460 casi di violenza verbale, fisica e danneggiamenti solo nei presidi di Ravenna, Lugo e Faenza. La netta discrepanza nei numeri, che comunque indicano lo stesso trend, ovvero l’aumento preoccupante e progressivo del fenomeno, sarebbe riconducibile al fatto che i dati locali sono frutto delle segnalazioni interne all’azienda, e non quindi ai casi di infortunio sul lavoro che sono invece stati tabulati dall’Istituto su scala nazionale. Nei giorni scorsi la Questura di Ravenna, proprio alla luce delle evidenze nazionali, ha disposto, in via precauzionale, l’incremento del personale della polizia di Stato in servizio all’interno del Santa Maria delle Croci, recependo la direttiva del Ministero dell’Interno e comunicando che sarebbe in fase di valutazione anche l’attivazione del presidio di polizia nel nosocomio di Faenza. Ciò potrebbe essere attuato a seguito dell’adeguamento logistico della struttura e dell’incremento organico del competente Commissariato.
La questione delle aggressioni al personale sanitario inoltre era stata sollevata anche sul piano politico, ed era già stata oggetto di discussione non solo in parlamento, ma anche nelle sedi istituzionali di vari enti locali.
Al vaglio ci sono inoltre i dati dell’ultimo anno, il 2022, che ha visto Ravenna in particolar modo registrare 89 casi. Tra questi si contano 57 violenze verbali contro gli operatori sanitari (17 in più del 2021, ovvero +42,5%), 13 violenze verbali e fisiche, 9 violenze verbali e contro la proprietà, 8 casi che hanno contemplato violenza verbale, fisica e danneggiamenti, e 2 casi di violenza fisica. Non meglio in proporzione a Faenza, dove sono aumentate da 20 a 26 nell’ultimo anno le violenze verbali, ma sono diminuite da 5 a 1 le violenze verbali con risvolti fisici e contro il patrimonio. In discesa complessiva e sensibile i casi registrati a Lugo nell’ultimo anno, anche se proprio nel 2022, per la prima volta da 5 anni a questa parte, si sono registrati 2 casi di violenza fisica nei confronti del personale sanitario. Il governo da qualche giorno ha lanciato una campagna il cui ‘claim’ evidenzia come l’aggressione ad un sanitario, oltre a essere un reato, "è un atto di inciviltà che va contro l’interesse di tutti".