ANNAMARIA CORRADO
Cronaca

Addio a Dante Silvestrini. Uomo di storia e cultura. Ex dirigente dell’Eni

Il suo nome è legato anche a importanti donazioni per gli studenti universitari. Il figlio: "Era stato assunto da Mattei in persona, aveva il cartellino numero 12".

Il suo nome è legato anche a importanti donazioni per gli studenti universitari. Il figlio: "Era stato assunto da Mattei in persona, aveva il cartellino numero 12".

Il suo nome è legato anche a importanti donazioni per gli studenti universitari. Il figlio: "Era stato assunto da Mattei in persona, aveva il cartellino numero 12".

Era nato a Fontanelice, nel bolognese, ed era arrivato a Ravenna nel 1956, tra i primi ad essere assunti dall’Anic di Enrico Mattei. È scomparso, a 96 anni, Dante Silvestrini, ex dirigente dell’Eni, con una grande passione per la cultura e la storia, in particolare quelle romagnole, su cui aveva scritto diversi libri. Il suo nome è legato anche a importanti donazioni che aveva effettuato a favore della Fondazione Flaminia, da destinare a borse di studio per gli iscritti della facoltà di Medicina e per i ricercatori dell’Università di Bologna. Le prime di queste due borse di studio erano state intitolate a Eva Tombarelli e a Mariarosa Vergoni, rispettivamente madre e moglie di Dante, quest’ultima scomparsa nel 2010 a seguito di una malattia, al padre Giuseppe Silvestrini e a Dante Silvestrini stesso.

"Mio padre – racconta Marco, uno dei figli – non si è mai pentito di essere venuto a Ravenna, una città che amava tantissimo e dove ha scelto di essere sepolto". Silvestrini aveva raccontato ai figli di quando era arrivato in città per essere assunto all’Anic, che nasceva in quegli anni. "Fu uno dei primi, aveva il cartellino numero 12" continua il figlio.

Era stato assunto da Mattei in persona, che aveva conosciuto e di cui aveva conservato bei ricordi, compresi quelli della storica visita dell’imprenditore agli stabilimenti avvenuto qualche anno dopo, nel 1962.

"Mio padre era laureato in Sociologia – prosegue Marco Silvestrini – e dopo gli anni all’Anic aveva lavorato come dirigente per il Gruppo Eni. Viaggiava molto, anche all’estero, ma la base è sempre rimasta Ravenna".

Il padre di Dante Silvestrini, Giuseppe, un socialista finito nel mirino delle autorità fasciste, durante la guerra aveva mostrato grande coraggio ospitando nella sua casa alcuni ebrei.

Silvestrini aveva allora 16 anni e aveva raccontato di questa esperienza in diverse occasioni. Vivevano a Fontanelice, non lontano dal fronte, la mamma, Eva Tombarelli, gestiva l’albergo Centrale. Il padre aveva un’impresa edile. "Di quell’episodio – ricorda Marco Silvestrini – avrei voluto chiedere di più a mio padre, sebbene lui ne avesse parlato anche in alcune occasioni pubbliche. Il nonno era un socialista convinto, raccontava il papà che durante il sabato fascista per protesta chiudeva le finestre". Dante Silvestrini in tempi recenti aveva cercato di scoprire chi fossero quelle persone che avevano vissuto a casa sua durante la guerra. Sapeva che erano bolognesi, forse commercianti di abbigliamento e che avevano una casa poco lontano dal vecchio ghetto, in centro, ma non era riuscito a rintracciarli.

Faceva parte dell’Accademia degli Incamminati e del Tribunato dei vini di Romagna. E proprio in occasione di un viaggio negli Stati Uniti, organizzato dal Tribunato, aveva conosciuto l’ex presidente Ronald Reagan.

Lascia i figli Marco, Paola, Silvia, Luca ed Eva. Il feretro sarà esposto da oggi in camera mortuaria, i funerali si terranno sabato alle 11 nella chiesa della camera mortuaria.

Annamaria Corrado