Lugo, 23 settembre 2023 – Essere tornato nel mondo dei vivi potrebbe costare caro ad Adamo Guerra, il 55enne originario di Lugo, in Romagna, e poi trasferitosi a Imola e che nel 2013 aveva inscenato il proprio suicidio per nascondersi in Grecia, a Patrasso, per dieci anni, lasciando sole moglie e figlie. Ora che è stato scovato dalla trasmissione Rai ‘Chi l’ha visto?’, per lui potrebbero aprirsi numerosi contenzioni penali, civili e amministrativi.
Il profilo penale è quello che dovrebbe destargli le minori preoccupazioni: in ballo c’è la possibile violazione degli articoli 570 e 570bis del codice penale, relativi agli obblighi familiari e di assistenza familiare. Il procedimento normalmente prende avvio su querela di parte, in questo caso dovrebbero presentarla la moglie o le figlie, le quali però, essendo minorenni all’epoca dei fatti, potrebbero fare sì che gli eventuali reati diventino perseguibili d’ufficio (per entrambi è prevista una pena massima fino a un anno e mezzo di reclusione e una sanzione pecuniaria di mille euro). E’ senz’altro il profilo civile quello che potrebbe causare a Guerra i grattacapi maggiori: "Chi sparisce nel nulla in presenza di figli minori viene senz’altro meno al dovere di mantenimento nei confronti della prole", fa notare Enrico Al Mureden, professore ordinario di Diritto civile all’Università di Bologna, "il quale dovere, secondo la giurisprudenza, perdura anche dopo il compimento della maggiore età, quando i figli non sono autonomi in fatto di reddito. La moglie potrebbe presentare un’analoga richiesta nel caso non fosse all’epoca pienamente autonoma".
Ma c’è dell’altro: "Sparendo nel nulla ha privato le figlie del rapporto genitoriale. La giurisprudenza in questi casi riconosce il diritto del figlio ad essere risarcito anche per un danno non patrimoniale". Molti si chiedono poi se Guerra, inscenando il suo suicidio, annunciato ai familiari tramite alcune missive, abbia dei conti in sospeso anche con lo Stato, che nel corso degli anni ha proceduto alle sue ricerche, ad esempio tentando il riconoscimento di oggetti e indumenti restituiti dal mare: "È possibile, ma qui ci avventuriamo in un settore in cui la giurisprudenza è meno chiara". Nelle lettere in cui annunciava il suo suicidio Guerra aveva poi fatto riferimento a comportamenti cui era stato costretto dall’esistenza di presunti debiti: "Nel caso avesse sottratto denaro a qualcuno non può essere intervenuta la prescrizione. I suoi eventuali creditori erano infatti nell’impossibilità di ottenere giustizia, considerando che si sarebbero trovati a denunciare un uomo creduto morto".
In questi dieci anni verosimilmente Adamo Guerra avrà rinnovato documenti, e avrà intrattenuto rapporti di vario tipo con lo Stato greco: come è potuto passare inosservato così a lungo? "Dobbiamo tenere conto che Guerra non era né un pericoloso latitante né qualcuno tragicamente scomparso in un disastro naturale o per via di un delitto – evidenzia Al Mureden –. Si era allontanato volontariamente: in casi come questo le risorse che lo Stato italiano può mettere in campo sono necessariamente limitate. Forse è riuscito proprio così a far perdere le sue tracce".
Casi come il suo – relativamente comuni negli Stati Uniti e in America Latina – sono decisamente rari alle latitudini italiane ed europee: "Confermo, il suo è un caso che potremmo definire più unico che raro – conclude Al Mureden – anche per questo ha destato un simile scalpore".