A Castel Bolognese. Botte e abusi, lui nei guai

Chiesto il rinvio a giudizio per un 34enne. La ex è in un centro protetto. Secondo l’accusa l’aveva picchiata e l’aveva violentata in casa.

A Castel Bolognese. Botte e abusi, lui nei guai

A Castel Bolognese. Botte e abusi, lui nei guai

Tra quella mura domestiche, non solo l’aveva picchiata: ma a più riprese l’aveva pure violentata. Almeno secondo la procura che ha chiesto il rinvio a giudizio di un 34enne di origine straniera residente a Castel Bolognese. Ieri mattina tutti davanti al gup Andrea Galanti (pm d’udienza Angela Scorza) con rinvio secco dell’udienza preliminare a metà ottobre per cercare nel frattempo un accordo sul risarcimento.

Secondo quanto contestato nella richiesta a firma del pm titolare del fascicolo Francesca Bugané Pedretti, la vicenda risale all’estate-autunno del 2023 con una data particolare: quella del 28 settembre. Perché è in quella giornata che l’imputato - difeso dall’avvocato Davide Baiocchi - si sarebbe avventato sulla compagna convivente, una connazionale di qualche anno più grande di lui ieri rappresentata dall’avvocato Laerte Cenni, procurandole lesioni per una prognosi di ameno 15 giorni. In particolare durante una lite che, secondo gli inquirenti, era stata alimentata da futili motivi, aveva sollevato la donna di peso con entrambe le braccia; e poi l’aveva fatta ricadere sul pavimento per colpirla con un forte pugno sulla testa: da qui l’accusa di lesioni personali aggravate. Ma l’imputazione più pesante dal punto di vista sanzionatorio è senza dubbio quella di violenza sessuale continuata. In questo caso il periodo è stato collocato dagli investigatori nel giugno 2023 quando, nonostante il chiaro e netto rifiuto di lei –, prosegue la procura, lui si era mostrato perentorio con frasi del tipo: "Se tu adesso non mi dai, io mi prendo lo stesso". Inutili i tentativi di lei di divincolarsi perché l’uomo, in ragione della sua forza fisica, l’aveva bloccata con le braccia impedendole di fare qualsiasi movimento. In seguito alla denuncia, lei è stata collocata in una struttura protetta.

Il caso naturalmente era stato rubricato sin dall’inizio come codice rosso così come previsto dalla legge introdotta del 2019 e che contempla l’introduzione di una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza, così come avviene nei pronto soccorso per i pazienti che necessitino di un’assistenza immediata: da qui la scelta cromatica per indicare la situazione.