
Rispetto al passato aumentata del 30% la distribuzione delle esche topicida: "Ecco come funzionano"
Ravenna, 9 febbraio 2025 – L’operatore di Azimut accende il tablet e osserva la mappa di Ravenna coperta di segnaposti colorati: tra i tanti cerchi gialli e verdi, ne saltano visibilmente agli occhi alcuni rossi. Si tratta del sistema di mappatura delle trappole per topi posizionate in città. Bianco significa che una trappola è stata posizionata per la prima volta e verde che non c’è consumo delle esche. Al contrario, il segnaposto si colora di giallo quando c’è un basso consumo di esche e di rosso quando i topi hanno mangiato almeno una delle due zollette presenti all’interno dell’erogatore di topicida, cioè quando c’è un consumo elevato.
Aumento delle segnalazioni di topi
Nell’ultimo anno e mezzo, le segnalazioni legate dalla presenza di topi da parte dei cittadini verso Azimut sono raddoppiate. Allo stesso tempo, il numero delle esche topicida distribuite nel 2024 ai cittadini che ne hanno fatto richiesta è stato di circa 14mila: un incremento del 30% rispetto al passato. Le aree maggiormente interessate dal fenomeno sono il centro storico e le zone alluvionate, ma anche quelle di nuova urbanizzazione. L’operatore Azimut deve riposizionare una trappola cava a forma di T rovesciata, il cui nome tecnico è erogatore, tra via Galla Placidia e via Pier Traversari: la precedente è stata danneggiata. Si tratta della postazione numero 378.
Efficienza degli erogatori di topicida
"Qui, vicino agli antichi scavi – spiega - c’è parecchio consumo, perché c’è molto verde". L’erogatore viene legato con due faccette di plastica alla base del palo di un cartello di ‘stop’ all’incrocio tra le due vie del centro storico. A poca distanza viene posizionato un foglio illustrativo, che spiega di non ‘toccare, asportare o manomettere’ le esche. Secondo i dati di Azimut, nel 2023, le postazioni di questo tipo in città erano 918, mentre a fine 2024 sono diventate 1.013. Dal 2019, quando erano solo 634, il numero di postazioni topicide è in costante crescita. "L’erogatore è cavo – spiega l’operatore -, in modo che il topo possa infilarsi dentro, rosicchiare l’esca e poi andare via. Il Notrac, il ratticida anticoagulante, lo farà poi desistere altrove. Le esche vanno cambiate spesso, perché altrimenti non sono più in grado di attirare nuovi esemplari. In genere, nei punti dove il consumo è alto vengono cambiate anche ogni 20 giorni".
Dibattito pubblico sul problema topi
Nelle ultime settimane, il tema dei topi è tornato al centro del discorso pubblico, dopo che Alvaro Ancisi, consigliere di Lista per Ravenna, ha presentato in consiglio un question time dal titolo "L’invasione di topi derivante dalla raccolta rifiuti porta a porta". A rispondere ad Ancisi, è stato l’assessore con delega alla raccolta rifiuti Gianandrea Baroncini, che ha puntato il dito sul fenomeno dell’abbandono piuttosto che sulla raccolta porta a porta, senza però negare che il tema sia "rilevante". Raggiunto nei giorni successivi, Baroncini ha spiegato che più che di un aumento si tratta di un "cambiamento di abitudini" legato "all’alluvione e alla presenza di grandi cantieri".
Cause del cambiamento
A confermare questa ipotesi è anche Azimut, che fa sapere: "I cantieri come quello nell’area ex Amga, tra via di Roma e via Venezia, fanno scappare molti topi perché gli scavi distruggono le loro tane. È anche per questo che se ne vedono di più in giro. L’altro principale nodo di segnalazioni è nelle zone di nuova urbanizzazione, dove prima era tutta campagna. In quelle aree è normale trovare esemplari di Mus musculus, il topolino di campagna, così come nelle zone alluvionate". In centro storico, invece, è diffuso il Rattus norvegicus, il ratto grigio. Complessivamente, secondo Azimut, quella che è aumentata è principalmente "la sensibilità dei cittadini verso la presenza dei roditori, che genera un maggior numero di segnalazioni".