Ottantacinque anni lui, una cinquantina lei, la badante, entrambi faentini. Lui invaghito di lei – che lo ricambiava con piccoli momenti di intimità –, al punto da arrivare a intestarle casa e patrimonio – un centinaio di migliaia di euro – dopo averla già omaggiata di somme considerevoli. Eppure la donna ora si trova a processo, davanti al giudice Federica Lipovscek, per circonvenzione di incapace. L’uomo è deceduto un paio d’anni fa, non aveva figli e a innescare il procedimento erano state le nipoti, informate dalla banca che lo zio, assieme a quella donna, facesse strani movimenti e soprattutto prelievi. Ieri, rispondendo alle domande del Pm Angela Scorza, una delle nipoti ha spiegato che lo zio si era invaghito di quella domestica.
Quando, chiamate dalla banca, fecero accertamenti sul conto, capirono che il patrimonio si stava assottigliando e chiesero l’intervento dei carabinieri, che procedettero a sequestrare il conto corrente. Intanto l’anziano, irritato dalle intromissioni delle nipoti, aveva proceduto a cambiare istituto di credito. Nel 2019 fu comunque sottoposto alla tutela dell’amministratore di sostegno. La difesa della donna – avvocato Paolo Giorgi – ha trovato bonfici per 30mila euro, donazione corretta dal punto di vista procedurale. Sempre sentito ieri, il medico psichiatra che lo ebbe in cura non lo trovò del tutto in sé. L’uomo, prima di morire nel 2021, aveva fatto testamento a favore della badante. Testamento che le nipoti, uniche potenziali eredi, ritennero subito di impugnare.