Ravenna 22 aprile 2011 - L'impianto per la produzione di biodiesel che Novaol ha realizzato nell’area industriale di Porto Corsini, ha ufficialmente aperto i battenti ed è stata anche posata la prima pietra per la costruzione di un impianto per la produzione, come derivato del biodiesel, di glicerina a uso farmaceutico.
Secondo in Italia per capacità produttiva e già attivo, lo stabilimento è in grado di produrre 198.000 tonnellate di carburante all’anno, circa il 14% del mercato italiano. Nel Ravennate l’investimento di Novaol, società italiana partecipata dalla francese Sofiproteol attraverso Diester industrie international, raggiunge i 65 milioni: 27 per l’impianto biodiesel, otto per l’impianto di glicerina, 25 per la logistica, cinque per la neutralizzazione degli oli.
Sui 10.000 metri quadrati del sito portuale, si contano 21 dipendenti. Il progetto vede la collaborazione di altre società presenti nella stessa area con attività sinergiche alla filiera del biodiesel: Pir (movimentazione e stoccaggio), Sicea (trattamento acque reflue) e Bunge (trasformazione e raffinazione semi oleosi).
L’amministratore delegato di Novaol, Pier Giuseppe Polla, ha spiegato: "La scelta di Porto Corsini è legata alla presenza di una solida rete di infrastrutture con uno scalo marittimo, collegamenti su rotaia e via terra". L'approvvigionamento delle materie prime avverrà via treno e via nave. Il biodiesel è ottenuto dalla trasformazione di olii vegetali e presenta caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle del tradizionale gasolio per autotrazione, però è totalmente biodegradibile e la sua combustione emette quantità di CO2, anidride carbonica responsabile dell’effetto serra, in quantità uguale a quella assorbita dalle piante usate per la sua produzione. Può essere diluito al gasolio per autotrazione o utilizzato puro per il riscaldamento, non contiene zolfo ed è facilmente trasportabile in considerazione del suo alto punto di infiammabilità.
L’Italia è uno dei leader in Europa per capacità produttiva di biodiesel con 2,375 milioni di tonnellate, precdeuto da Germania (5 milioni) e Spagna (4,1); ma è fanalino di coda nell’immissione al consumo. La quota minima di biocarburanti per legge, è fissata al 4% contro il 7% della Francia, il 6,25% della Germania e il 5,83% della Spagna.
Ha detto Polla: "La situazione italiana vede un mercato di circa 1,4 milioni di tonnellate l’anno e nel 2010 la produzione nazionale si è assestata al 29% della capacità produttiva a causa della forte immissione sul mercato di prodotto proveniente dai mercati esteri, in particolare dalla Malesia e dall’Argentina, ove l’export di biodiesel gode di particolari agevolazioni fiscali. Le prospettive per il 2011 comunque sono positive e migliorative rispetto alla chiusura dell’anno precedente".
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