Ravenna, 4 dicembre 2010 - Cervia ha deciso di aprirsi con forza verso il futuro. E’ questo il dato principale che emerge dalla presentazione di ‘Cervia Più’, il piano strategico con cui l’amministrazione comunale intende disegnare l’aspetto della Cervia del 2030.

A dispetto del carattere volontario dello strumento, la risposta delle categorie economiche, del mondo del lavoro e dei semplici cittadini è stata tale da stipare al massimo il Pala Congressi di Milano Marittima. L’entusiasmo sorto attorno all’incontro di ieri, moderato dal vicedirettore del Carlino, Beppe Boni, si è manifestato dal filmato in cui un bagnino di salvataggio, una giocatrice di basket, un pescatore ed altre figure cittadine hanno fornito la propria ricetta personale per preparare la nuova ‘città del sale’.

Segno positivo sul quale sindaco e giunta possono sperare di costruire quella partecipazione della città intera sui cui poggia la riuscita del Piano. «I motori della nostra città — ha esordito il sindaco, Roberto Zoffoli — sono da sempre l’orgoglio e lo spiccato senso critico, che fa sì che nessuno di noi sia mai pienamente contento della sua città. Questo aspetto, in tempi di bilanci ridotti, è una risorsa, perchè dobbiamo sapere con chiarezza ciò a cui non intendiamo rinunciare. Vogliamo che questo sia il Piano della città e non del Comune, perciò siamo partiti da un foglio bianco che tutti insieme dovremo riempire».

Per questo già da tempo è disponibile un questionario, sorta di lista dei desideri che i cittadini dovranno riempire in vista della fase di sintesi che inizierà nel gennaio 2012. Il presidente della Regione Vasco Errani ha lodato «la volontà cervese di andare controccorente rispetto a un Paese che è fermo e non sa immaginare più il proprio futuro».

I piani strategici sono ormai diffusissimi in Europa e nella stessa Italia. Barcellona, Parigi, Firenze, Venezia e Gorizia sono solo alcune delle tante realtà che li hanno messi in pratica. «Con questo strumento — ha detto il sindaco goriziano Ettore Romoli — abbiamo compiuto una piccola rivoluzione urbanistica, pedonalizzando e rifacendo il centro storico della città».

Ancora più in là si è spinta Costanza, città tedesca del Baden-Wuttenberg. «Abbiamo messo a punto un programma edilizio — ha illustrato l’urbanista Kristine Hanke — individuando zone in cui edificare, come le aree industriali dimesse, e zone in cui non farlo. Abbiamo poi predisposto un piano della mobilità urbana nel quale il traffico motorizzato non dovrà superare il 25 per cento di quello complessivo, obiettivo raggiungibile anche grazie alla creazione di 29 stazioni di car sharing».

Tuttavia, oltre alle risorse limitate degli enti locali, le sfide da affrontare saranno diverse. «La prospettiva ventennale — ha spiegato Franco Mosconi, docente di economia a Parma — è ambiziosa, perché i cambiamenti demografici ed economici potranno essere considerevoli».

«La vera chiave del successo — ha spiegato il sociologo Aldo Bonomi, che presiede i lavori di predisposizione del Piano territoriale regionale — sarà la capacità di rivitalizzare la partecipazione dei cittadini. La ‘comunità operosa’ è quella componente che può trascinare i ‘rancorosi difensivi’, cioè coloro che, acquisita negli anni la propria posizione economica, saranno più restii a cambiare le cose. Cervia dovrà poi inserirsi nella ‘Città Adriatica’, grande piattaforma che va da Venezia a Pesaro, con la quale presentarsi al mondo».