Ravenna, 27 ottobre 2009. PER LA PROCURA ravennate la subsidenza eventualmente collegata all’estrazione del gas metano dal mare Adriatico, «non ha provocato disastri nelle province di Venezia, Rovigo, Ferrara e Ravenna» nè la prosecuzione dell’estrazione del gas dalla piattaforma offshore ‘Dosso degli Angeli’, prospicente le valli di Comacchio, ha di per sè caratteristiche tali da «cagionare un disastro» o da rendere probabile una «inondazione».
Ne discende che dall’inchiesta non si ricavano gli «elementi per sostenere in giudizio» le gravissime accuse di «disastro ambientale doloso» e di «tentata inondazione» che vedono imputati ex vertici dell’Eni come Franco Bernabè e Vittorio Mincato e altre undici persone. Inevitabile conseguenza, la richiesta di archiviazione della poderosa indagine avviata nel 2001 dalla Procura di Rovigo e giunta a Ravenna agli inizi del 2008 per ragioni di competenza territoriale, quando già si era aperto il processo in terra polesana.
A CHIEDERE l’archiviazione è il pm Stefano Stargiotti e la richiesta è vistata anche dal procuratore capo Roberto Mescolini: ora spetta al gip decidere. Non è da escludere che qualcuna delle parti offese, già peraltro costituite parte civile nella prima fase processuale, vale a dire enti istituzionali come le province di Rovigo, Ferrara e Venezia e la Regione Veneto, faccia opposizione all’archiviazione. Non faranno comunque opposizione il comune di Comacchio e il Parco del Delta del Po (sono rappresentati dall’avvocato Lorenzo Valgimigli).
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E infatti oggi si è appreso che quasi tutte le parti offese (otto in tutto) hanno presentato o presenteranno opposizione alla richiesta di archiviazione. Ad annunciarlo e’ l’avvocato Luigi Migliorini, che nel procedimento tutela la Provincia di Rovigo. Secondo il legale rodigino in particolare senza ‘’evidenze processuali nuove, non ci puo’ essere rilettura critica del caso’’. Opposizione e’ gia’ stata presentata dall’avv. Riccardo Venturi che rappresenta la Provincia di Ferrara. Anche in Veneto sembra esserci un orientamento propenso all'opposizione.
Tutta la vicenda ebbe inizio nel maggio 2004: la magistratura di Rovigo aveva ordinato il sequestro di due giacimenti Eni in territorio ravennate (il Dosso degli Angeli - 98 pozzi - e Angela Angelina, sulla costa) per un presunto pericolo di subsidenza. In pratica, le estrazioni avrebbero potuto provocare l’ abbassamento del terreno e far rischiare inondazioni
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