REDAZIONE RAVENNA

Classis Ravenna, folla all'inaugurazione del museo

Dopo il taglio del nastro, la gente ha continuato ad arrivare durante tutta la giornata approfittando dell'apertura gratuita

Classis, l'inaugurazione del museo (Foto Corelli)

Ravenna, 1 dicembre 2018 – Oggi è stato il ‘big day’ di Classe con l’attesa inaugurazione del nuovo ‘Classis Ravenna. Museo della Città e del Territorio’. Una grande festa a cui hanno partecipato centinaia di cittadini che hanno potuto visitare il museo fino alle 17.

Da ex zuccherificio simbolo di degrado a museo della città e del territorio, ‘Classis’ è un punto culturale di riferimento per conoscere la storia della città, dai primi insediamenti alla civiltà etrusca, fino al ruolo importante in epoca romana e a Ravenna capitale dell’Esarcato Bizantino.  A pochi passi dalla basilica di Sant’Apollinare, tra i tesori massimi di Ravenna, si trova la sede del museo che è il risultato del più importante intervento di recupero di archeologia industriale per la realizzazione di un contenitore culturale.

Qui, nei primi decenni del ‘900, seicento operai trasformavano tonnellate di barbabietole in montagne di zucchero che, per nave e ferrovia, raggiungevano l’Italia e l’Europa. Poi il declino con la chiusura nel 1982 e i grandi fabbricati che, con l’abbandono della produzione, diventarono ricettacolo di ogni emarginazione. È degli anni Novanta l’idea di trasformare un problema in una risorsa per il futuro.

L’investimento che il Comune di Ravenna, con Regione, Mibact e Ue, hanno messo in campo, con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio, per il recupero e la nuova destinazione del complesso di Classe supera i 22 milioni.

Sotto le imponenti campate, l’area espositiva si sviluppa su 2.600 metri quadrati; tutto intorno, un’oasi verde di 15mila metri quadrati. La linea del tempo, che segna il percorso di visita, ha in oltre 600 reperti il perno della narrazione, per coprire il periodo storico che va dall’epoca preromana all’anno Mille. 

In mattinata, alle 10.30 si è svolto il consueto taglio del nastro, alla presenza di diverse autorità, Michele de Pascale, sindaco di Ravenna; Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna; Daniela Tisi, ministero per i Beni e le Attività Culturali; Enrico Caterino, prefetto di Ravenna; Elsa Signorino, assessore alla Cultura Comune di Ravenna; Antonio Patuelli, presidente del Gruppo Bancario Cassa di Ravenna; Giuseppe Sassatelli e Sergio Fioravanti, rispettivamente presidente e direttore di Fondazione RavennAntica; Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Francesco Ubertini, Rettore dell’Alma Mater Studiorum - Università degli Studi di Bologna; Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo dell’Arcidiocesi di Ravenna – Cervia.

Dato che la cerimonia è durata più del previsto e in virtù della mattinata particolarmente fredda, molte persone hanno preferito rientrare a casa e ritornare nel primo pomeriggio per la visita. A colpire tutti l’imponente struttura dell’ex zuccherificio completamente rimodernata. E all’ingresso la significativa frase di Arnaldo Momigliano: “Quando voglio capire la storia d’Italia, prendo un treno e vado a Ravenna’.

A partire da domenica 2 dicembre il museo osserverà i seguenti orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18. Biglietto intero a 7 euro (5 euro ridotto, 20 euro biglietto famiglia). Visite guidate su prenotazione. In programma anche visite e guidate rivolte per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.