2009-03-01
QUELLO della moschea alla Bassette è un ’caso progettuale sensibile’. La commissione comunale per la qualità architettonica e il paesaggio, presieduta da Giorgio Praderio, ne è consapevole e sta procedendo con i piedi di piombo. Ma anche gli architetti incaricati di progettare l’opera per conto della comunità islamica ravennate manifestano grande cautela e rispetto. Hanno deciso di chiedere un pre-parere alla commissione sullo schema preliminare della moschea, prima di presentare un progetto compiuto sul quale chiedere quindi il permesso di costruire. La pratica, poiché impegna un’area privata acquistata dalla comunità islamica, pur avendo una forte rilevanza simbolica e sociale, non transiterà per le commissioni consiliari e il consiglio. Dunque la fase di controllo anche ‘politico’ sulla correttezza dell’intervento è in qualche modo caricata sulle spalle di Praderio e dei suoi collaboratori, i quali già annotano positivamente l’atteggiamento dei progettisti, tra i quali l’architetto Basel Ahmed, evidentemente disposti ad accogliere i suggerimenti della commissione.

IL PRIMO confronto ha portato intanto a chiarire che l’edificio di culto sarà dotato di due minareti, portali di ingresso con archi a tutto sesto ed elementi ‘svettanti’ destinati a rendere ben riconoscibile la natura dell’edificio che sorgerà in via Guido Rossa. Ma il primo rilievo mosso dalla commissione riguarda elementi più di servizio che evocativi. Si suggerisce da subito una «verifica» e una «miglior definizione» delle aree verdi e soprattutto dei parcheggi per quanto riguarda il dimensionamento, la collocazione e più in generale la loro funzionalità.

LA MOSCHEA delle Bassette risulta orientata in modo da privilegiare ritualmente l’est. Nello stesso lotto è previsto un secondo edificio a due piani che accoglierà scuola, una residenza e servizi culturali. Appare intervallato da un giardino e si conclude verso l’interno con giardino e una fontana per abluzioni. Qui la commissione di Praderio interviene con un nuovo ‘suggerimento’. Sarebbe preferibile concentrare gli elementi ‘simbolici’ intorno alla moschea vera e propria, mentre il giardino andrebbe spostato e collocato come cornice perimetrale del luogo di culto vero e proprio. Il fabbricato dei servizi culturali, poi, «potrebbe avvalersi di un proprio coronamento parietale esterno» risolto con arcate a tutto sesto. Un ultimo ‘rilievo’ riguarda il tentativo «architettonicamente non del tutto risolto» di ricondurre alcuni elementi simbolici come minareti, portali di ingresso ed elementi svettanti, a un «dialogo formale con gli altri spazi».

IL COMPLESSO verrà realizzato con fondi raccolti dalla comunità musulmana ravennate, come specificato dal Centro di cultura e studi islamici locale. «La partecipazione di ognuno di noi all’acquisto del terreno e alla costruzione della moschea — è il suo appello — è un obbligo religioso e civile, per l’esercizio del nostro diritto di culto che è tutelato dalla Costituzione; per preservare e la nostra identità e i nostri valori religiosi, spesso sconosciuti e incompresi, con la conseguenza del persistere di molti pregiudizi che causano spesso atteggiamenti di islamofobia».