“Il nome? Un flash, una ispirazione arrivata in sogno”, sorride Massimiliano Tanesini. “Avevo 22 anni, cercavo un nome per il nuovo brand che sentivamo esigenza di creare. In sogno mi apparve ma al risveglio purtroppo non lo ricordavo già più. Poi quel mattino stesso, improvvisamente mentre guidavo l’illuminazione… come una folgorazione mi tornò in mente. Mi fermai subito per annotarlo e non rischiare così di dimenticarlo nuovamente; ed è così che è nato il brand Divine Follie. Era il 1990.”
Massimiliano e Mirko, di qualche anno più giovane, appartengono già alla terza generazione che nella famiglia Tanesini si occupa di scarpe; la prima ha posto le basi, la seconda le ha consolidate e innovate, la terza ha continuato con quel lavoro di innovazione mai così necessario per adeguarsi ad un mercato sempre più veloce ed esigente. Racconta Massimiliano: “Nostro nonno Giuseppe subito dopo la guerra iniziò a produrre scarpe da lavoro a Faenza, dove tutt’ora risiediamo e dov’è situata la sede legale dell’azienda. Nostro padre Domenico ben presto preferì commercializzarle anziché produrle. Io sono entrato concretamente in azienda subito dopo aver assolto agli obblighi della leva militare. Mio fratello dopo pochi anni seguì le mie tracce: con noi quindi è nato il marchio.”
Dopo aver aiutato come magazziniere Massimiliano era pronto per essere promosso a venditore; una gavetta veloce e senza sconti che così ci racconta nei suoi esordi: “Appena congedato dal servizio militare mio padre mi affiancò ad un rappresentante che mi fece conoscere alcuni clienti nella zona compresa tra Bologna e Rimini e metodi di vendita. Sul finire della prima ed unica settimana di questa esperienza ci fu già il passaggio di consegne tra lui e me che avvenne con le chiavi del furgone. Così facendo mi fece gli auguri dicendomi che avrei potuto ritenermi soddisfatto se fossi riuscito a vendere ogni giorno 100 paia. Per un po’ di tempo quindi quelle paia erano il mio obbiettivo di vendita, ma ben presto mi resi conto che quell’obbiettivo era decisamente stretto e che si sarebbe potuto fare molto di più!” ricorda divertito.
Nei mesi a seguire poi è nato il brand Divine Follie. Un'altra innovazione, nell’offerta di un prodotto sempre più fresco ed elegante frutto di una ricerca sempre attenta e costante per andare incontro ad un mercato esigente e dinamico alla ricerca di novità ed esclusività interpretando al meglio il concetto di pronto moda sempre più veloce. L’anno 1996 è il vero boom che vede l’inizio di una crescita costante, piena di successi e soddisfazioni sotto ogni punto di vista fino all’approdo al Centergross agli inizi del 2014. “Sentivamo l’esigenza di fare un salto di qualità, di crescere rivolgendoci anche ad una clientela estera; è stato il coronamento di un sogno ma anche una grande scommessa. Un cambiamento radicale sotto ogni punto di vista, per l’impegno fisico, finanziario ed organizzativo”. Oggi l’azienda si è ampliata, ma l’impianto resta saldamente familiare anche nello spirito. “Considero i rapporti umani alla base stessa del nostro lavoro. Consideriamo clienti e fornitori come veri e propri partner di lavoro, affrontando con loro ogni difficolta e sfida, cercando soluzioni assieme a loro per ogni eventuale problema o progetto; una interazione puntuale ed affidabile che ci vede sempre presenti per personalizzazioni che possano rendere le nostre collezioni più accattivanti e centrate. La nostra arma per interpretare un mercato in evoluzione rapidissima come mai si era assistito prima di questi anni, davanti al web e alle grandi catene di distribuzione, è il contatto personale”. Ed è proprio questa la forza di “Divine Follie”, a dispetto del nome, sono umani.
L’intervista è tratta da “Centergross: una storia di famiglie. Racconti di imprese straordinarie”, a cura di Antonella Zangaro