Ravenna e l’Amore per Lord Byron

Iniziativa della Fondazione Cassa di Ravenna, su idea di Antonio Patuelli, la dimora storica dopo un accurato restauro diventa un museo

Ravenna e l’Amore per Lord Byron

Il complesso museale di via Cavour dedicato a Lord Byron e al Risorgimento è stato aperto ufficialmente il 29 novembre.

Antonio Patuelli presidente della Cassa di Ravenna è stato primo ideatore del progetto, insieme all’allora presidente della Fondazione Cassa di Ravenna, Lanfranco Gualtieri, seguito dall’attuale Giuseppe Ernesto Alfieri. Una sfida, un’avventura diventata realtà. Grazie alla Fondazione la dimora storica è stata oggetto di un restauro durato quasi un decennio: acquistata dal Comune nel 2013 per sette milioni di euro, ora è un complesso museale su due piani di 2200 metri quadri e ventiquattro sale. Byron vi soggiornò fra il 1819 e il 1821, seguendo in città l’amata Teresa Guiccioli, moglie del Conte Alessandro. Nelle stanze si ritrova il racconto della passione amorosa di Byron per la contessa e di quella civile germogliata all’incontro con la Carboneria, primo passo sulla strada che avrebbe portato il libertino a votarsi alla causa della libertà dei popoli e unirsi agli indipendentisti greci. Un percorso che nel museo rivive attraverso documenti e oggetti nelle stanze dove Byron amò e scrisse. Nel suo piccolo studio, dove tra l’altro il restauro ha riportato alla luce un affresco che proprio il poeta fece realizzare, scrisse il Don Juan poi rimasto incompiuto, l’ultimo canto del Childe Harold’s Pilgrimage, Marino Faliero, Sardanapalus, The Two Foscari, The Prophecy of Dante. «Quello con Teresa Guiccioli – sottolinea Patuelli – è un incontro con l’amore, è l’unica fase della vita del poeta in cui sulle tendenze libertine prevale l’amore. A Ravenna c’è un Byron più maturo, è per lui un periodo fecondo e intenso e quando i suoi strettissimi amici Gamba, fratello e padre di Teresa, devono scappare dopo i moti fallimentari del 1821, lui che era coinvolto in questi moti perché li aveva finanziati, appoggiati, aveva acquistato dei ’fucilacci’, rimane qui, perché qui scrive con grandissima intensità, quantità e qualità, perché qui ci sono grandi memorie, prima fra tutte quella di Dante che è suo interlocutore. Questo dovrà essere un museo dinamico, della vita, e la Fondazione Cassa di Risparmio lo renderà vitale con iniziative connesse alla Byron Society, di cui il Palazzo è la sede italiana». Il percorso si conclude con la partenza del poeta per la Grecia, dove troverà la morte, e continua con il Museo del Risorgimento che parte con l’età napoleonica per arrivare all’Unità e terminare con una sezione sul mito di Garibaldi e della moglie Anita, che morì in queste terre durante la ’trafila’. Gli oggetti esposti, più di 450 tra dipinti, sculture, fotografie, armi e divise, medaglie, carteggi, editti, manifesti, provengono dalle collezioni risorgimentali del Comune di Ravenna, compresa la Collezione Guerrini, dalla Classense, dalle Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi, concesse in deposito alla Fondazione. A fare gli onori di casa, in apertura dell’incontro, è stato ieri Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente della Fondazione. «Il 29 novembre – ha detto – la storia di Lord Byron riparte da Ravenna. Questo palazzo è tra i più belli della città ed è giusto che fosse legato non solo alla storia di Byron, ma anche a quella del Risorgimento. Abbiamo riportato il palazzo al suo splendore dopo un lavoro di restauro importante. È motivo di grande orgoglio per la Fondazione, già da molti anni impegnata nel conservare e promuovere l’identità dantesca di Ravenna, restituire alla città le sue memorie ottocentesche, byroniane e risorgimentali». Il sindaco uscente e neopresidente della Regione, Michele de Pascale, ha definito l’investimento su Palazzo Guiccioli «di portata storica». Un progetto, ha aggiunto, «di grande respiro, di cui i cittadini devono essere grati anche perché estremamente aderente alle esigenze della città nel recupero urbanistico e nei contenuti. Ravenna ha avuto un ruolo strategico nella valorizzazione di Dante, l’800 era però un periodo non adeguatamente rappresentato. Fino a quando non è stato realizzato questo intervento». Quindi ha concluso con un richiamo ai prossimi anniversari per i quali «il contributo del pensiero risorgimentale è fondamentale», e cioè l’80° della Liberazione di Ravenna, l’80° della Repubblica e quello della Costituzione. Ha chiuso l’incontro Gregory Dowling, vicepresidente della Italian Byron Society che ha definito Palazzo Guiccioli il museo dedicato a Byron nel culmine della sua produzione artistica, «quando era probabilmente il più famoso scrittore d’Europa». Direttrice del complesso museale, che ospita anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini, il ristorante in quelle che erano le cantine e una vineria affacciata sul cortile interno, è Alberta Fabbri.