Daniele Radini Tedeschi, l’intervista: bellezze e bruttezze del patrimonio culturale italiano, si parte da Trieste.

L’autorevole critico d’arte, scrittore e personaggio televisivo è a Trieste con tanto di cameraman e operatori al seguito per segnalare i monumenti da salvare del patrimonio culturale italiano. Lo abbiamo intervistato.

Parco Castello Miramare, Casa Radonetz, dettaglio

Parco Castello Miramare, Casa Radonetz, dettaglio

Daniele Radini Tedeschi, conosciuto ai più per la sua rubrica culturale tenuta negli anni su Rai 1 ad “Applausi”, condotto da Gigi Marzullo, in questi giorni è stato avvistato per le strade di Trieste per segnalare quei monumenti del patrimonio culturale italiano da salvaguardare, attualmente mal conservati. Con tanto di troupe, operatori e cameraman al seguito (forse per un nuovo programma televisivo?!) l’intellettuale ha fornito qualche anticipazione, nelle storie della sua pagina Instagram, che conta ben 31 mila follower.

Diversi i beni pubblici segnalati da tutelare, tra cui la fontana realizzata da Giovanni Mazzoleni a metà Settecento in Piazza Unità d’Italia. Dalle riprese la fontana – oltre ad apparire priva d’acqua –presenta il putto centrale, opera dello scultore Giovanni Carlo Wagner, con alcuni arti mutilati; stessa sorte per dei dettagli riguardanti le figure di telamoni unitamente al bordo esterno della grande vasca divelto su alcuni punti. Si passa poi alla statua dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, nota come Sissi, in Piazza della Libertà transennata e in totale stato di abbandono, collocata in un giardino cosparso di immondizia.

Segue uno dei gioielli architettonici del neoclassicismo triestino Palazzo Carciotti, situato all’inizio del Canal Grande; nei video non solo appare il portone principale in legno deteriorato ma quasi tutta la facciata totalmente fatiscente. A conclusione del viaggio il critico d’arte accenna al Castello di Miramare, a pochi chilometri dalla città, anche qui se da un lato la villa appare in tutta la sua magnificenza al contrario il parco, visitato con un tour guidato ad un costo aggiuntivo, presenta - specie nelle zone più alte - siepi rinsecchite, aiole lasciate ad erbacce infestanti non potate, conifere morte, alcuni arredi come panchine, statue, vasche danneggiate oltre alle case ottocentesche, appartenute al personale di servizio degli Asburgo, in rovina.

Contattato al telefono per sapere ulteriori dettagli Radini Tedeschi così ha risposto: “La Bellezza è uno dei principi alla base dell’uguaglianza sociale poiché è di tutti e non esclude nessuno: stranieri, italiani, ricchi, poveri, deboli e forti. Siamo parenti proprio grazie alla Bellezza che oltre a migliorare lo spirito - Foscolo a suo tempo diceva quanto fosse una armonia visibile, percepita nei cuori umani – ci rende partecipi e responsabili nella tutela del paesaggio e del patrimonio della nazione. Sono andato a Trieste con lo zaino in spalla e dei taccuini, per me era la prima volta in questa città; la identificavo nel suo passato glorioso, considerato tutto il valore storico che essa rappresenta, un valore senza eguali che avrei voluto ritrovare nelle atmosfere, nei caffè, nei monumenti, nei selciati delle strade, nelle fontane, nei musei, nei muri. Sono un nostalgico e quello che cerco è sempre quel filo rosso della storia e del passato che giunge ai tempi, non felici, di oggi. Purtroppo alcuni “beni culturali” da me visitati stanno diventando delle rovine; insomma vedere Palazzo Carciotti – massimo esempio di neoclassicismo – in stato di abbandono è come non riconoscere ad esso dei diritti, guardarlo alla pari di un’entità morta, senza slancio. Stesso discorso vale per l’incuria in cui versa il parco del Castello di Miramare la cui tutela rientra nell’art.9 della Costituzione, dove è citata proprio la salvaguardia del paesaggio oppure pensiamo al degrado che caratterizza la Fontana del “Giovannin” - nonostante i restauri sovvenzionati da enti privati assieme alla Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e alla Banca di Cividale. Senza considerare poi i musei chiusi, solo per dare un’idea mi sono recato alla Risiera di San Sabba che fu, a suo tempo, un campo di concentramento nazista; ho provato prima a chiamare ma il telefono del museo era staccato, seppur su Google risultasse aperto. Dopo aver pubblicato delle storie sulla mia pagina Instagram molti utenti hanno inviato centinaia di screenshot di ulteriori e imbarazzanti accadimenti simili su territorio triestino negli anni pregressi. Sconcertante è stato apprendere che la Risiera di San Sabba, Monumento nazionale, fosse non visitabile il 16 luglio 2023, giorno del concerto dei Måneskin nel vicino stadio. Non rendere accessibile, a mio parere, un luogo di memoria, riflessione e preghiera è una barbarie contraria alla salvezza dello sguardo e soprattutto alla salvezza dello spirito. Finisce così la fede nella Bellezza e la cultura non sa più a che santo votarsi. Se fosse in vita Nietzsche direbbe, ancora una volta, che viviamo, ormai, il tempo del disgusto.”