Bologna, 27 maggio 2020 – Prima la vittoria alle regionali nell'ultima trincea della sinistra, poi l'assedio del Covid. Senza quasi prendere fiato, ma sempre con il petto in fuori. In mezzo, un libro su come battere la destra. Perché Stefano Bonaccini la destra l'ha battuta. Ieri in casa; domani, chissà, a Roma. In tanti lo vedono candidato premier, lui non rifiuta le avances, ma per ora incorona l'attuale inquilino di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte.
La sua è un'investitura che conta, data l'importanza nazionale conquistata negli ultimi mesi. "Se il presidente del Consiglio, come ha gestito bene la fase 1, riuscirà a gestire bene la fase 2 – dice a 'L'aria che tira', su La7 -, e questo lo potremo verificare nelle prossime settimane, credo diventi immediatamente un riferimento, guidando una coalizione ampia di centrosinistra".
Bonaccini rilancia così la frase pronunciata nel dicembre scorso dal segretario Pd, Nicola Zingaretti, secondo il quale Conte era appunto "un fortissimo punto di riferimento di tutte le forze progressiste". Non solo, quindi, il nome digerito di malavoglia pur di liberarsi di Matteo Salvini in una notte di mezza estate.
E i 5 Stelle? "Non credo alle alleanze a tavolino - ammette cauto il governatore -, avete visto cosa è successo in Emilia Romagna: dicevano che avrei perso senza l'M5s, invece ho vinto con i 5 Stelle all'opposizione. Secondo me sono i programmi che fanno fede. E candidarsi per qualcosa, non contro qualcuno".
Bonaccini ribadisce quindi il suo giudizio positivo sull'operato del premier Giuseppe Conte e del suo Governo nei mesi dell'emergenza. "Non è mica facile gestire questa fase - afferma il governatore - e anche dire che il Governo ha fatto bene la fase 1, non è un complimento banale. Adesso c'è la fase più difficile, perché a chiudere è più facile essere applauditi, quando devi difendere la salute, mentre andare a riaprire con milioni di esigenze differenti, tutte comprensibili rispetto a comparti economici in difficoltà, è più dura". Dunque, insiste, "mi auguro che il Governo ce la faccia, perché vorrebbe dire che ce la fa il Paese".
Eppure, ieri non aveva escluso una sua candidatura a premier. “Il mio 'non lo escludo' – puntualizza oggi - era riferito al tema di mettersi a disposizione ogni volta che mi è stata chiesta una mano, ma il mio impegno è qui in Emilia Romagna, io sto qua e sto bene qui, non mi candido premier se ci sono le elezioni anticipate”. “Io qualche mese fa potevo perdere le regionali - insiste - e avrei smesso il mio impegno politico in prima linea e quindi avrei interrotto la mia esperienza, ho vinto in quel modo molto largo e ho preso più meriti di quelli che in realtà avevo”. Chissà che in futuro non si allarghino anche i suoi orizzonti politici.