Bologna, 28 dicembre 2019 – In attesa del 26 gennaio 2020 le elezioni regionali dell'Emilia Romagna si disputano con i sondaggi. Il favorito, stando all'ultima rilevazione di Opinio Italia, è il presidente uscente, nonché candidato della coalizione di centrosinistra, Stefano Bonaccini, dato con una forbice di 2 punti intorno al 46,5%. La rivale di centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, si ferma invece a un valore medio di 43,5%. Indietro il terzo incomodo, il portabandiera del Movimento 5 Stelle, Simone Benini, staccato al 7,5%. Un risultato comunque ragguardevole, considerata l'iniziale volontà dei vertici nazionali di non presentare una propria lista, poi smentita dall'esito della consultazione sulla piattaforma Rousseau.
Ad ogni modo, l'aspetto più significativo dell'indagine demoscopica, svolta il 19 dicembre scorso su un campione di mille intervistati, è l'incremento del margine di vantaggio di Bonaccini sulla principale rivale. Un mezzo punto percentuale che il frontman del centrosinistra guadagna e la salviniana perde rispetto alla rilevazione del 15 novembre. Da quel giorno ci separa il mare in cui nuotano le Sardine: piazze piene dall'Emilia Romagna alle altre regioni d'Italia, presenza costante in tv, simpatia professata per il centro-sinistra.
E il divario tra i candidati sale al 3%. Non moltissimo a quasi un mese dal voto. Comunque meno del 7% circa accreditato dal sondaggio pubblicato circa dieci giorni fa dall'Istituto Ixé per la trasmissione di Rai 3 'Cartabianca'. Secondo l'indagine, infatti, Bonaccini raccoglieva il 47,2% delle intenzioni di voto contro il 40,1% della Borgonzoni. Quel che è certo, insomma, è che si tratta di elezioni sul filo di lana in una regione, l'Emilia Romagna, grosso modo spaccata a metà. La vede così anche Pier Ferdinando Casini, politico di lungo corso e bolognese doc. Il senatore sull'edizione odierna di Qn-il Resto del Carlino fa le sue previsioni: "Come diceva Spadolini con l’enfasi che ha contraddistinto un riconosciuto statista come lui, vedo 50 e 50".
Saranno decisivi il voto degli indecisi e il consenso che sarà in grado di conquistare il Movimento 5 Stelle.