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Elezioni comunali Emilia Romagna, risultati. Ballottaggi a Reggio, Ferrara, Forlì e Cesena

Modena roccaforte Pd, Muzzarelli confermato al primo turno. Il leghista Fabbri parte favorito nella corsa alla città estense: spareggio il 9 giugno

Lo spoglio in diretta per i nuovi sindaci (Businesspress)

Lo spoglio in diretta per i nuovi sindaci (Businesspress)

Bologna, 27 maggio 2019 –  In Emilia Romagna si torna a votare, il 9 giugno, per i ballottaggi in 4 grandi città. Non è tra queste Modena, dove Gian Carlo Muzzarelli del Pd centra subito il bis con il 53,60% dei voti. Al ballottaggio vanno invece Reggio Emilia e Ferrara con Luca Vecchi (Pd) e Alan Fabbri (Lega) che e sfiorano la vittoria al primo turno ottenendo rispettivamente il 49,13% e il 48,52%. Il secondo turno sarà necessario anche a Forlì, dove la sfida è tra Giorgio Calderoni (centrosinistra) e Gian Luca Zattini (centrodestra); e a Cesena, teatro del duello tra Enzo Lattuca (centrosinistra) e Andrea Rossi (centrodestra).

La Regione si era svegliata con la Lega primo partito alle Europee: il Pd temeva quindi di perdere buona parte dei Comuni, mentre il Carroccio ambiva a 'prendere' la regione rossa per eccellenza. I dati delle comunali (235 comuni al voto in questa tornata elettorale con oltre 2 milioni di elettori coinvolti), però, hanno quasi ribaltato la situazione. 

Oltre ai quattro capoluoghi, vanno al ballottaggio anche Casalgrande, Carpi, Castelfranco Emilia, Maranello, Mirandola, Argenta, Copparo, Molinella e Savignano sul Rubicone

Ferrara

Ballottaggio il 9 giugno con il leghista Alan Fabbri in netto vantaggio sull’assessore uscente del Pd Aldo Modonesi. Il capogruppo del Carroccio in Regione sfiora il 49% dei voti, rimanendo poco sotto la somma delle liste della propria coalizione, composta anche da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Ferrara Cambia (civica che ha realizzato un autentico exploit, superando l’8 per cento dei consensi) e Ferrara Civica. Per Modonesi, attestato attorno al 32%, la soddisfazione, parziale al momento, di aver preso più voti personali rispetto all’aggregato delle sue liste: il Pd (vicino al 22%) e le tre civiche, di cui solo una, Gente Amodo, è risultata trainante. Nell’area del centrosinistra, da segnalare la buona performance di Roberta Fusari, assessore all’Urbanistica, transfuga del Partito Democratico e candidata da una propria civica, oltre che da +Europa e un’altra lista con robusti innesti della sinistra. L’8% le consente di superare il Movimento 5Stelle, che alle Politiche 2018 aveva superato il 24% in città, ma che ha ottenuto meno di un terzo dei voti. Residuale la presenza degli altri candidati sindaco: Alberto Bova (Italia in Comune) si posiziona sotto il 2,5%. Francesco Rendine (Gol), Andrea Firrincieli (InnovaFe) e Giorgio Massini (Ferrara Libera) non superano infatti l’asticella dell’1%.  Stefano Lollìi

Reggio Emilia

Nella città del Tricolore il rosso sbiadisce e il verde aumenta di tonalità. Per la prima volta nella storia il centrosinistra, di cui Reggio ne è da sempre salda roccaforte, andrà al ballottaggio. Il sindaco uscente Luca Vecchi per riaffermarsi dovrà giocarsela contro Roberto Salati, che in quota Lega costituisce l’alternativa con la coalizione di centrodestra sostenuta anche da FI e FdI. Il Pd ha solo sfiorato di un soffio la vittoria al primo turno arrivando al 49,13%. Un successo che non è arrivato per una manciata di voti, circa 800. «Un mese fa avremmo firmato per questi dati. Chiuderemo i giochi tra due domeniche», chiosano a caldo dal quartier generale dei Dem. Hanno aiutato in maniera sostanziosa le cinque liste civetta a supporto, fra tutti i Verdi che confermano il boom generale in queste urne, mettendo un importante 3% in cascina. Addirittura superiore alla lista più a sinistra scesa in campo, Rec – Reggio Emilia in Comune, dell’aspirante sindaco Daniele Codeluppi che non arriva neppure alla soglia di sbarramento per entrare in Consiglio. 

Gli azzurri-verdi si presenteranno così alla finalissima con una percentuale che si aggira tra il 28 e il 29%. «Abbiamo tolto il primo mattoncino al castello», dicono invitando all’arrembaggio. E molto probabilmente, stando già ai rumors, potranno contare sull’appoggio di Alleanza Civica – che raccoglie i delusi di centrodestra e centrosinistra – rappresentata dalla candidata Cinzia Rubertelli che si attesta dal 5 al 6%a. In linea col trend nazionale e quindi in caduta libera il Movimento 5Stelle con Rossella Ognibene che non va oltre il 15%. I grillini lasceranno libera scelta di voto al secondo turno.  Daniele Petrone

Forlì

Il ballottaggio c’era già stato nel 2009, ma stavolta è diverso: il centrosinistra, storicamente egemone in città, deve rincorrere. Il centrodestra candidava Gian Luca Zattini, dentista e sindaco uscente di Meldola, che ha chiuso al 45,7% dopo aver toccato a un certo punto il 47%. La Lega ha ottenuto un buon risultato calando al 24% ma la vera sorpresa sono stati gli alleati civici di ‘Forlì Cambia’ che hanno superato il 10%. Il centrosinistra candidava il giudice del Consiglio di Stato Giorgio Calderoni e si è fermato al 37,3%. Il centrodestra porta al secondo turno un vantaggio di 5mila voti: Calderoni proverà a pescare da sinistra (una lista ha preso il 2,9%) e dai civici (3,2%). Ma la chiave sarà il 10,8% dei 5 Stelle.

Storica svolta a Predappio: il paese natale di Benito Mussolini, storico feudo del centrosinistra, passa al centrodestra. Il nuovo sindaco di Predappio (Forlì) è Roberto Canali, candidato di 'Uniti per Predappio', lista civica di centrodestra sostenuta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ha ottenuto il 60,1% dei voti, contro il 39,9 di Gianni Flamigni, esponente di 'Generazioni Predappio'.

Cesena

Per la prima volta nella sua storia elettorale Cesena andrà al ballottaggio. Enzo Lattuca, avvocato 31enne ed ex parlamentare Pd, candidato del centrosinistra, si è fermato al 42% dei suffragi e dovrà vedersela tra due settimane con Andrea Rossi, imprenditore 50enne, animatore della lista civica ‘Cambiamo’ sostenuto dal centrodestra, che ha ottenuto il 34%. Fuori gara il candidato del Movimento 5 Stelle, Claudio Capponcini, fermo all’8%, risultato molto deludente se si pensa che alle politiche di un anno fa il M5S divenne il primo partito in città col 30% dei voti. In questa tornata il Pd ha riconquistato il primato, ma soprattutto ha riconfermato sei sindaci su otto nel comprensorio cesenate, malgrado la Lega si sia affermata ovunque (eccetto Cesena) come primo partito con percentuali oltre il 30%. 

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Bologna

Ribaltando il voto espresso nello stesso giorno ma per le europee, la provincia di Bologna resta saldamente in mano al Pd, che conquista 37 Comuni sui 46 al voto. Da registrare la sorpresa Vergato, dove ha trionfato il candidato sovranista Giuseppe Argenteri e l'unico ballottaggio della provincia, a Molinella. A San Lazzaro di Savena, la sindaca uscente Isabella Conti (Pd) è stata confermata con un plebiscito da record che le è valso l'80% dei voti. San Lazzaro è da sempre un feudo della sinistra, ma alle Europee la Lega ha preso il 26%.  Il centrodestra è passato dal 36% delle europee al 13,8% delle Comunali, il M5S dal 12 al 5,8%. 

Tra i primi risvolti del voto, l'esito delle elezioni di Misano Adriatico, dove Claudio Cecchetto non riesce a diventare sindaco. Il produttore discografico, fermo al 33,79% dei voti, viene superato da Fabrizio Piccioni, che conquista il 39,11%.

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