Zerba (Piacenza), 24 giugno 2024 – Incredibile. A Zerba arriva la parità anche al ballottaggio. Il comune più piccolo dell'Emilia Romagna elegge così il candidato più anziano. Lo prevede la legge che dopo due parità a decidere il nome del primo cittadino sia la carta d’identità.
Al primo turno Giovanni Razzari e Claudia Borré avevano avuto entrambi 28 voti, e lo stesso risultato si è ripresentato al ballottaggio. Di conseguenza è stato eletto sindaco, per anzianità, Giovanni Razzari, 73 anni.
Il caso è sicuramente il più clamoroso. Zerba è un piccolo comune dell’Appennino piacentino, il meno popoloso di tutta l’Emilia-Romagna con i suoi 71 abitanti censiti. Siamo nella alta Val Trebbia al confine sia con la Lombardia che col Piemonte e a quasi mille metri d'altitudine. All'anagrafe sono segnate 71 persone, ma quelle che ci abitano in inverno sono una quindicina: molti sono emigrati all'estero, altri hanno qua la seconda casa, ma abitano nelle vicine città, soprattutto Milano e Piacenza, che distano un paio d'ore di macchina.
Domenica 9 e lunedì 10 giugno hanno votato in 57: 28 voti sono andati a Giovanni Razzari, candidato per la lista "Zerba futura", e 28 a Claudia Borrè, appoggiata dalla lista "Il castello".
Una parità perfetta che si è ripetuta domenica 23 e lunedì 24. In questo caso, dunque, la legge prevede che diventi sindaco il più anziano. Così è stato per Giovanni Razzari.
Per il primo turno di votazioni, tra l’altro, era successa un’altra cosa strana: una persona aveva messo nell’urna una scheda bianca. Da quel momento in paese si era scatenata la caccia per capire chi fosse misterioso elettore indeciso che avrebbe potuto rivelarsi determinante al ballottaggio. Quella scheda bianca, invece, alla fine non ha fatto la differenza nei numeri.
Ma quello che è successo è un piccolo ribaltone: Claudia Borré, titolare dell'unico bar/osteria del paese è stata vicesindaca negli ultimi cinque anni ed è stata sindaca per i quindici anni precedenti. Prima di lei, per vent'anni, il sindaco era suo padre Giovanni Paolo.
Dopo quarant'anni, quindi, la famiglia Borré perde la guida del Comune, pur senza aver mai perso le elezioni. Al primo turno si sono presentate due liste: una a sostegno di Borré (difficile un'esatta collocazione politica, anche se siamo nell'area del centrosinistra, come testimoniano le foto sui social con Stefano Bonaccini), l'altra di Giovanni Razzari.
"Ogni voto conta”, qui non è solo un retorico slogan elettorale e si sono mobilitati davvero tutti, qualcuno è anche arrivato dall'Argentina per votare. È finita 28 a 28, con una scheda bianca il cui autore sarebbe potuto essere l'ago della bilancia. La legge, in questo caso, prevede il ballottaggio che è finito nello stesso identico modo.
Tutti i 57 elettori erano evidentemente molto convinti della loro scelta e nemmeno uno ha cambiato idea, sempre 28 a 28 con l'elettore neutrale che ha avuto un lampo di creatività che però non cambia il risultato: dalla scheda bianca è passato alla scheda nulla. Razzari, ingegnere in pensione originario di Zerba, ma residente a Busto Arsizio è così diventato sindaco solo per l'ultimo criterio previsto dalla legge: l'età. Ha vinto le elezioni grazie ai suoi 73 anni, contro i 52 della sua sfidante.