Semaforo rosso per Acquaroli, delusione per la Vuelle. Ieri mattina, durante la conferenza Stato-Regioni, il nuovo governatore delle Marche ha avanzato, come promesso, la richiesta di equiparare l’ingresso in tutti i palazzetti italiani, utilizzando la percentuale del 15% come avviene ovunque, portando l’esempio dell’Emilia Romagna, regione confinante, che rende ancor più assurda la disparità perché i km che dividono Pesaro dal confine romagnolo sono appena 12. Nessuna... Speranza: il Ministro della Salute non ha voluto ascoltare ragioni, rifacendosi all’ordinanza non firmata da Ceriscioli a suo tempo, che adesso grava su tutto lo sport marchigiano indoor, non soltanto sulla Vuelle.
In provincia di Pesaro anche la Megabox (A2 femminile di volley) e l’Italservice (calcio a 5 maschile serie A) pagheranno cara questa dimenticanza, potendo concedere l’ingresso solamente a 200 tifosi nei propri impianti. E se per il PalaDionigi (che ha una capienza di 1.000 spettatori) quel numero potrebbe anche rappresentare un minimo di fattore campo, non si può dire la stessa cosa per il Pala Pizza (che contiene 2.000 spettatori), e soprattutto per la Carpegna Prosciutto, che alla Vitrifrigo Arena (capienza 10.300 posti) si troverebbe a giocare nel deserto, come sperimentato sabato scorso con Trento.
"Acquaroli ha ricevuto in Regione me e Ario mercoledì, - conferma il presidente del Consorzio, Luciano Amadori - e riconosciamo che ce l’ha messa tutta per provare ad eliminare questa disparità. Lasciamo stare che adesso la Lombardia ha deciso di limitare a 200 le presenze negli impianti, è una loro scelta, ma avrebbero comunque la possibilità di far entrare il 15% dei tifosi. Noi invece no, siamo gli unici in tutta Italia, oltre al Lazio". L’amarezza dei dirigenti biancorossi è che il divieto non sembra arrivare dal numero dei contagi, quindi da una cautela di ordine sanitario, ma da un cavillo burocratico, ovvero una deroga non firmata a settembre che penalizzerà tutto lo sport marchigiano indoor. Fra l’altro, Acquaroli ha avanzato anche un’altra proposta: o tutti o nessuno, quindi se le Marche non possono avere la capienza richiesta, per non falsare il campionato, tutte le regioni dovrebbero limitare a 200 i tifosi nei rispettivi impianti. E l’assurdità è che anche a questa richiesta sarebbe arrivato un rifiuto. A leggerla così, sembrerebbe quasi un dispetto politico, più che una questione di protezione dai contagi.
A questo punto la Vuelle dà seguito nella sua volontà di spostarsi a Rimini per giocare le partite casalinghe: il gestore del 105 Stadium è un vecchio amico, quel De Filippis che gestiva tanti anni fa il Bpa Palas ai suoi albori, quindi il dialogo è ben avviato. Ci sono però alcuni problemi da risolvere: ad esempio, su richiesta della Fip, bisogna cablare il palas riminese con la fibra ottica, come avviene negli altri palas della serie A; poi occorrere portarsi dietro i led luminosi, nonchè rifare tutti gli adesivi sul campo per tutelare gli sponsor. Tutti costi in più per una società che invece ha bisogno di chiudere quel buco lasciato vuoto da una campagna abbonamenti mai partita.
Elisabetta Ferri