Andrea Magi è stato un dei simboli del pugilato pesarese di quando erano gli uomini a calcare il ring e a vincere, al contrario di oggi quando invece sono le donne a portare a casa allori. Una inversione di tendenza evidente quella del pugilato pesarese e della nostra provincia, passato dagli anni "maschili" vincenti del secolo scorso ( solo per citare per Magi due titoli italiani nei dilettanti, un bronzo agli Europei, un argento ai giochi del mediterraneo in Siria, Olimpionico a Seul. Poi da professionista due volte campione d’Italia e tre volte vice campione del mondo) a quelli femminili altrettanto vincenti del nuovo millennio: da Valentina Marra (campionessa d’Italia e d’Europa) alla fanese Michela Maria Svarca (campionessa d’Italia).
Magi, le donne picchiano duro e vincono, cosa sta succedendo?
"I tempi cambiano, una volta il pugilato era solo per uomini, oggi vediamo atlete eccezionali come Valentina Marra e come Michela Svarca che dimostrano determinazione e qualità da atlete di grande livello"
Cosa ha in più di un uomo una donna che sale sul ring?
"La determinazione, quella voglia che le contraddistingue anche nella vita. Le donne hanno in più di noi la propensione a raggiungere un obiettivo con tutte loro stesse e questo le porta a risultati evidenti"
Bene l’ostinazione al risultato, ma il pugno quanto conta nei match in rosa?
"Conta molto. Non conosco bene Michela Svarca, ma se ha vinto il titolo italiano deve avere un bel tiro. Posso dire invece che Valentina Marra, che conosco bene, ha una carezza che fa male, ha una potenza devastante che esprime solo in parte nelle tre riprese dilettantistiche, ma potrebbe esprimere meglio tra i professionisti, ovvero nelle riprese lunghe. L’esplosività del colpo è fondamentale per andare a bersaglio in questo sport e Valentina ce l’ha eccome. Merito anche di Raspugli"
Sua vecchia conoscenza...
"Raspugli è stato per me un secondo padre oltre che un grande allenatore, e ancora oggi continua ad allevare campioni, anzi campionesse visto che allena Valentina. Raspugli è un monumento del pugilato pesarese, assieme a personaggi come i Berloni, i Belligotti, Vitarelli, altri e mettiamoci anche Gino Baioni che negli anni ’80 e ’90 contribuì a portare in alto il nostro pugilato che adesso parla rosa"
Sorpreso?
"Macché, contento, se prima potevamo dire che le donne avevano una marcia in più in vari ambienti, dal lavoro alla famiglia, adesso possiamo dirlo anche nello sport. E non solo nel pugilato. Ho ristoranti tra l’altro anche in Inghilterra e là vedo donne giocare a rugby con grande tecnica e tenacia. Stessa cosa accade anche in altre discipline come il calcio, che in Italia sta crescendo moltissimo"
Che rapporto ha ora con il pugilato?
"Non boxo più da tanto, preferisco i buoni piatti e i buoni prodotti nei ristoranti che gestisco. Però resterò sempre un pugile"
Davide Eusebi
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