Toto Forray, undici anni con la stessa maglia, una rarità nel basket moderno: come nasce questo legame con Trento?
"E’ merito della società che mi ha fatto sentire sempre parte del progetto e questo ha rinnovato di stagione in stagione le mie motivazioni. Mi sono sentito sempre a mio agio qui, sin dal primo momento e porto la mia energia nel club ogni giorno".
Argentino di Buenos Aires, quattro anni più giovane di Delfino: vi conoscevate?
"Non personalmente, ma io conosco la sua fama, lui è un idolo da noi in Argentina, specie per chi segue il basket. Perciò quando è tornato a giocare in Italia avere l’opportunità di incontrarlo e di parlarci nel pre-partita mi ha fatto un piacere enorme, lo racconto sempre a tutti".
Cuore e furbizia, come mai tutti i giocatori argentini non prescindono mai da queste caratteristiche?
"La nostra cultura sportiva è così, passiamo tanto tempo da bambini in questi club che ci accolgono, a volte per tutto il giorno. Capita di sfidare gente più grande e allora lì ti devi svegliare il prima possibile: se non sei all’altezza non giochi. Quando sei cresciuto in questo modo diventa un fattore comune".
Toto da dove viene?
"E’ un soprannome che mi ha dato mia sorella maggiore, mi è rimasto appiccicato addosso. In realtà mi chiamo Andrés".
Trento ha sempre disputato stagioni in crescendo, anche quando partiva male, stavolta non è successo: come mai?
"E’ stata una lunga stagione, con la coppa da portare avanti in parallelo e questo non ha aiutato. Coach Molin ha spiegato bene in un’intervista che la partecipazione all’Eurocup è stata un po’ sottovalutata e il roster allestito non ha retto le due competizioni. E visto che la scorsa settimana c’è stata l’infrasettimanale in campionato, questa è la prima settimana in cui ci possiamo allenare senza avere un impegno in mezzo. Speriamo di riuscire a far vedere qualcosa di più ai nostri tifosi".
Tambone l’ha definita partita sparti-acque...
"Ha ragione, è la partita chiave sia per noi che per loro, quella che ci dirà per cosa giochiamo nelle ultime due".
Mai avuto timore per la retrocessione?
"Fino a che non abbiamo perso a Bologna contro la Fortitudo sinceramente non ci avevamo mai pensato veramente, adesso un po’ di tensione c’è, ma è inutile farsi prendere dall’ansia".
Che ambiente c’è a Trento in questo periodo?
"Di sicuro non c’è la pressione che si respira in posti come Pesaro o Bologna, dove la pallacanestro ha una lunga tradizione, qui la storia la stiamo scrivendo noi. In ogni caso il pubblico risponde, anche in questa stagione in cui non ha avuto le soddisfazioni che aveva avuto in passato".
All’andata Forray ha stabilito il suo high stagionale con 15 punti: Pesaro la ispira?
"Si vede che quel giorno servivano anche i miei punti, di solito aiuto più con gli assist".
Quando si descrive Trento si pensa sempre ad una squadra molto atletica: c’è una ragione?
"Sul mercato cercano queste caratteristiche e soprattutto nelle vittorie queste doti son venute fuori. Quest’anno di meno perché tutti questi viaggi e partite ci hanno fiaccato".
Flaccadori è l’uomo in più?
"Diego sta facendo una stagione incredibile, il suo ritorno lo ha ricentrato di nuovo, finora ha sempre preso le decisioni giuste per la sua carriera".
E Forray, che ne ha compiuti 36, fino a quando giocherà?
"Finchè sto bene, finchè il mio corpo non mi manderà segnali diversi, se reggo voglio giocare ancora".
Elisabetta Ferri